Gioia Tauro, 4 arresti cosca Piromalli
Nelle prime ore di oggi 26 novembre 2015 in Gioia Tauro (RC), i Carabinieri della locale Compagnia, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, della Compagnia Speciale e di unità cinofile del G.O.C. di Vibo Valentia, e personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, in esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, traevano in arresto:
- GUERRISI Biagio, di anni 51;
- PAOLILLO Gennaro, di anni 31;
- STILLITANO Rocco Ivan, di anni 52;
- COSOLETO Francesco, di anni 37;
tutti già noti alle FF.OO., ritenuti intranei, anche con ruoli apicali, della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata famiglia “PIROMALLI”, imperante nella municipalità di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutta la “Piana” ed in altre regioni del Nord-Italia.
Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio e tentato omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi, estorsione, danneggiamento aggravato, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.
In particolare l’articolata attività d’indagine, che ha beneficiato anche del contributo di alcuni collaboratori, sviluppata autonomamente sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia, consentiva di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine all’appartenenza dei fermati ad un’associazione di tipo ‘ndranghetista finalizzata, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, acquisendone direttamente o indirettamente la gestione e/o il controllo, ovvero con la riscossione di somme di denaro a titolo di compendio estorsivo.
L’attività ha permesso, infatti, di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o perpetrati mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno degli operatori economici.
Le indagini e gli omicidi su cui è stata fatta luce. Anche alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito agli investigatori di documentare diversi episodi estorsivi e danneggiamenti seguiti da incendio. Fatta luce anche su diverse intimidazioni a colpi d’arma da fuoco nei confronti di diversi operatori commerciali. Il clan avrebbe stretto negli ultimi tempi diverse nuove alleanze con altre cosche. I fermati sono stati portati nel carcere di Palmi. All’operazione hanno partecipato i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” e le unita’ cinofile di Vibo Valentia, e la Squadra Mobile di Reggio Calabria. Nell’operazione sono coinvolti anche altri indagati non raggiunti da provvedimento di fermo. Nel provvedimento di fermo si fa riferimento all’omicidio di Rocco Albanese, ucciso a Gioia Tauro il 14 marzo 2005 all’età di 42 anni. L’uomo si trovava a bordo della propria auto quando venne ucciso a colpi d’arma da fuoco. Un altro omicidio sul quale gli inquirenti ritengono di aver fatto luce è quello di pietro Giacobbe, ucciso il 12 maggio 2005 a Rosarno. Nell’agguato rimase ferito Santo Antonio Bagalà.
È stato, inoltre, ricostruito come la cosca, con la disponibilità di armi, al fine di realizzare il controllo egemonico sul territorio abbia realizzato accordi con organizzazioni criminose omologhe sopprimendo i soggetti che a quel controllo si contrapponevano nonché commesso delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi.
I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Palmi.