Coronavirus, diminuiscono i positivi +139 e i morti +6
Registra qualche sia pur timido segnale di miglioramento l’incidenza del Coronavirus in Calabria. I decessi registrati oggi sono sei, a fronte dei sette di ieri, portando il totale a 366, mentre i nuovi contagiati passano da 155 a 139.
Le persone ricoverate sono 399 (ieri erano state 376). Resta invariato, invece, 25, il il numero dei ricoverati nei reparti di terapia intensiva.
Diminuiscono anche gli isolati a domicilio: ieri risultavano essere 9.965, oggi sono 9.728, Oggi c’é stata anche una decisa presa di posizione da parte dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia nei confronti di un gruppo di sindaci, tra cui lo stesso primo cittadino di Vibo, Maria Limardo, che avevano chiesto di potere riprendere l’attività didattica in presenza. “Si suggerisce la sospensione in presenza di tutte le attività scolastiche di ogni ordine e grado”, é stata la risposta del Dipartimento di prevenzione dell’Asp vibonese, secondo il quale “a tutt’oggi persiste un rischio di contagio medio-alto, per cui bisogna rallentare la curva di crescita del contagio stesso e si rende necessario, pertanto, ridurre le occasioni di spostamento delle persone fisiche tra i quali gli spostamenti per assicurare l’attività didattica in presenza”.
Un suggerimento che, comunque, non é stato raccolto da tutti.
Alcuni sindaci, come quello di Filogaso, hanno comunque annunciato la riapertura degli istituti già dalla giornata odierna, mentre altri ancora, come i primi cittadini di Tropea e Soriano, avevano deciso invece di riattivare la didattica in presenza già dai giorni scorsi.
Per il rapido rientro in classe degli studenti si é pronunciato il consigliere regionale Luigi Tassone, secondo il quale soltanto in questo modo “si possono evitare i controeffetti che incidono negativamente sul sviluppo psico-fisico dei ragazzi. Recenti studi dimostrano, infatti, il concreto rischio che i bambini alle prese con la didattica a distanza, quindi collegati con un dispositivo per alcune ore al mattino, e che trascorrono il pomeriggio in casa, possano essere colpiti dalla cosiddetta sindrome della capanna o comunque da disturbi depressivi”. (ANSA).