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Riceviamo e pubblichiamo. Cittanova, nota del consigliere Comunale Anselmo La Delfa capogruppo Cittanova Civica, sul Consiglio Comunale del 27-11-2024

Il Consiglio comunale di Cittanova nella seduta del 27 novembre u.s. ha approvato, con il voto contrario dei Gruppi di opposizione, la proroga del contratto di affitto di un terreno demaniale in favore di una cooperativa locale. La decisione non poteva che suscitare forti perplessità in tutte le forze di minoranza, non solo perché l’affitto riguarda oltre cento ettari di bosco e la proroga è stata decisa con il parere contrario della Segretaria comunale, fatto mai accaduto nella storia del Consesso elettivo cittadino, ma anche perché nelle settimane precedenti il presidente del Consiglio comunale, Dott. Francesco Rao, era stato fatto segno di una violenta aggressione verbale proprio da parte di un esponente portavoce della società affittuaria. In un video l’esponente della cooperativa, che è anche padre del suo presidente, dopo avere rivolto al rappresentante del civico consesso, epiteti ingiuriosi ed offensivi, si rammaricava di non averlo preso a botte nella pubblica piazza e lo invitava a dimettersi per evitare le conseguenze delle sue minacce, intimandogli, senza troppi giri di parole, di far rinnovare il contratto alla cooperativa.

Nel passato altri amministratori avevano dovuto subire gli sproloqui aggressivi dell’esponente della cooperativa, e tra questi il dott. Alessandro Cannatà, che all’epoca rivestiva la carica di Sindaco e che oggi siede tra i banchi dell’opposizione, nonché l’attuale Sindaco, Avv. Domenico Antico, nel periodo in cui sedeva in Consiglio comunale tra le forze di minoranza. In molte occasioni la gravità dei comportamenti è stata portata all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Anche il Sindaco Francesco Cosentino, che ha preceduto nell’incarico l’attuale primo cittadino, non è andato esente da tali attenzioni che, anzi, si erano fatte più aggressive a seguito delle intimazioni rivolte dal Comune alla cooperativa di pagare il canone dell’affitto e di presentare la fideiussione prevista nel contratto a pena di risoluzione. A tali richieste, non evase, erano seguite una sentenza di condanna del Tribunale di Palmi ed il pignoramento di una cospicua somma di denaro sui conti correnti della cooperativa, che avrebbe dovuto essere assegnata dal Giudice dell’Esecuzione al Comune nello scorso mese di ottobre.

Senonché, la nuova amministrazione tra i primi atti, appena eletta, aveva fatto votare il Consiglio comunale, a maggioranza, una discussa deliberazione, con la quale aveva stabilito di estendere ai debiti di natura extratributaria il beneficio della rateizzazione previsto per i tributi. Sembrerebbe, infatti, che, proprio in virtù di tale deliberazione decisa dalla maggioranza consiliare con il voto contrario dei consiglieri d’opposizione, la cooperativa avrebbe ottenuto o dovrebbe ottenere, con il consenso dell’amministrazione, nonostante il parere contrario della Segretaria comunale conseguente ai rilievi del Responsabile dell’Ufficio Finanziario, lo svincolo delle somme che erano state pignorate grazie all’iniziativa giudiziaria promossa dalla precedente giunta comunale. In sostanza il sindaco e la sua amministrazione, incuranti del fatto che erano state impegnate risorse pubbliche per avviare la fruttuosa procedura esecutiva, anziché curarsi di sollevare le casse comunali con l’agevole riscossione delle somme pignorate, ha deciso di restituire la consistente liquidità alla debitrice, accontentandosi, in cambio, di una semplice e incerta promessa, da parte della cooperativa, di un pagamento futuro. Un comportamento francamente inspiegabile, soprattutto ove si tenga mente del fatto che nel corso del Consiglio comunale di luglio, era stato proprio il sindaco a rassicurare la sua maggioranza che l’integrazione apportata al Regolamento “non va ad incidere su eventuali procedure esecutive in atto”, come, appunto, quella riguardante la cooperativa in questione, inducendo così il Consiglio comunale ad approvare la proposta di delibera su un presupposto rivelatosi falso e su una certezza che lui stesso non si è fatto scrupolo di infrangere nel volgere di poche settimane.

E’ lecito, perciò, chiedere al sindaco se ha mentito allora o se sono intervenuti fatti nuovi di tale rilievo da fare ribaltare quanto era stato da egli solennemente assicurato in quel consiglio comunale.

Vi è da aggiungere che in assenza di una pubblica difesa del dott. Rao da parte della maggioranza, rimasta inspiegabilmente silente, è toccato, nell’ultimo consiglio comunale, a noi rappresentanti delle minoranze consiliari presentare un ordine del giorno per esprimere pubblicamente la solidarietà al presidente del Consiglio comunale. Nel documento è stato precisato che la solidarietà non deve intendersi rivolta soltanto alla persona del dr. Rao ma anche e soprattutto al ruolo istituzionale che egli ricopre, in quanto “l’aggressione violenta e sconsiderata, ancorché in forma verbale, al rappresentante del civico consesso per vicende connesse al suo Ufficio non è un fatto privato ma un affare pubblico di primissimo rilievo e di eccezionale gravità”. Il documento di solidarietà, nonostante l’iniziale opposizione del sindaco Antico, che aveva provato a sollevare questioni di natura procedurale, è stato letto dallo stesso Presidente e coralmente condiviso e votato da tutti i consiglieri presenti. Con l’approvazione del documento i consiglieri hanno espresso “la più ferma riprovazione per le frasi ingiuriose e gli epiteti offensivi propalati a mezzo social” evidenziando che le stesse – estranee alla tradizione Cittadina – “feriscono non solo il Presidente ma l’intero Consiglio Comunale che, nell’esercizio delle sue funzioni, non può tollerare tentativi di condizionamento portati avanti attraverso offese e ventilate minacce”. Tra i messaggi oscuri contenuti in quel video c’è la frase: “avete fatto di tutto per non farmi candidare a sindaco”, nella quale l’esponente della cooperativa addebita esplicitamente alla coalizione guidata dall’attuale sindaco di averlo costretto a fare un passo indietro in occasione della recente competizione elettorale amministrativa.

La domanda è perché lo ha fatto il passo indietro? Il messaggio vuole forse alludere ad un “dovuto” do ut des?

Quel che desta non poco stupore è il fatto che a distanza di una manciata di minuti dall’approvazione dell’ordine del giorno, il Consiglio comunale, con il voto contrario dei consiglieri di minoranza e l’assenza di un consigliere di maggioranza, ha votato, come se nulla fosse avvenuto, la proroga del contratto di affitto a favore della cooperativa, nonostante che l’affittuaria, stando a quanto sostenuto nell’articolato parere contrario espresso della Segretaria Comunale, non risultasse in regola con il pagamento del canone e neppure avesse presentato, a distanza di oltre dieci anni dall’inizio del rapporto di affitto, la fideiussione bancaria prevista a pena di risoluzione.

Nel corso dei lavori, con i consiglieri Bovalino e Cannatà abbiamo inutilmente richiesto un rinvio della seduta per approfondire le numerose problematiche esposte nel parere contrario della Segretaria comunale, la quale, anche nella veste di responsabile anticorruzione, ha sollevato consistenti dubbi sulla legittimità della proroga pure in ragione della disciplina vincolistica in materia di contratti agrari e, soprattutto, dei divieti posti dalle inderogabili disposizioni di legge che regolamentano i contratti della pubblica amministrazione.

E’ ragionevole prevedere che la questione potrebbe non finire qui perché, da quanto emerso nel corso della seduta consiliare, oltre all’articolato parere negativo del Segretario comunale sulla delibera di proroga, sarebbero emersi rilievi negativi dell’ufficio finanziario dell’Ente comunale in ordine alla rateizzazione richiesta dalla cooperativa per il pagamento della rilevante morosità maturata, rilievi dei quali fino a quel momento erano stati tenuti all’oscuro i consiglieri comunali; mentre sarebbe anche in corso un’indagine per responsabilità erariale avviata dalla Procura Regionale della Corte dei Conti.

Dall’opposizione continueremo a vigilare e ad esercitare il nostro ruolo di controllo per difendere e tutelare gli interessi pubblici e quelli legittimi di ogni cittadino, saremo inoltre impegnati per sostenere il lavoro rigoroso e serio che gli uffici comunali svolgono a tutela dell’Ente, per sostenerne le giuste ragioni contro eventuali abusi e pressioni indebite loro rivolti, da chiunque provengano e per assicurare loro di poter lavorare in un clima di tranquillità e serenità.