Riceviamo e pubblichiamo. Cittanova, intervento in consiglio comunae del Cons. Dott. Anselmo La Delfa del gruppo Cittanova Civica
L’elezione dell’avv. Antico, a mio avviso, porta con sé una serie di problemi irrisolti originati dal personale conflitto di interesse, conseguente all’abusivismo edilizio e soprattutto all’occupazione di suolo pubblico avvenuti in occasione della realizzazione del suo fabbricato.
Preferendo perseguire il proprio interesse personale, pur sapendolo illegittimo, l’avv. Antico, nel corso della precedente consiliatura, si è posto in una condizione di conflitto con l’interesse pubblico, anche a costo di tradire il mandato dei cittadini elettori e del suo stesso gruppo politico che in lui avevano riposto la fiducia al momento del voto.
Il Consiglio Comunale, com’è noto, non ha potuto fare altro che dichiarare la decadenza dalla carica di consigliere.
All’epoca, pur di non ammettere e risolvere il conflitto di fronte agli elettori e alla cittadinanza tutta, il consigliere Antico non si è fatto scrupolo di mettere in atto plateali azioni con risvolti mediatici e contenziosi giudiziari nei quali ha sostenuto – pur sapendo che così non era – di essere stato vittima di indicibili trame ordite dagli amministratori e dagli uffici comunali, <<ispirate da menti raffinate>> allo scopo di ottenere la sua decadenza dalla carica di consigliere.
L’ex consigliere arrivò finanche a denunciare all’autorità giudiziaria i funzionari dell’Ufficio Tecnico, per abuso d’ufficio, tentata estorsione e non so quali altri gravi reati, rei di avere osato assumere nei suoi riguardi i provvedimenti sanzionatori del caso. Egli asseriva che tali provvedimenti non erano stati emessi perché previsti dalla legge, bensì per assecondare gli esposti e le denunce di una persona suo acerrimo nemico, all’epoca, il quale si era detto indignato che un consigliere comunale potesse occupare abusivamente un bene pubblico.
L’eco mediatico delle finte rimostranze si spense ben presto man mano che sopraggiungevano i provvedimenti giudiziari che sconfessavano le infondate tesi del consigliere decaduto e segnavano la fine ingloriosa del contenzioso.
Infatti:
- a) Per quanto concerne i provvedimenti amministrativi adottati dall’Ufficio Tecnico, il TAR di Reggio Calabria con sentenza n° 672/2021 ha pronunciato l’inammissibilità del ricorso e l’irricevibilità dei motivi aggiunti presentati dall’Avv. Antico, riconoscendo la piena legittimità di detti provvedimenti e confermando sia l’illecita occupazione del suolo pubblico e sia l’abuso edilizio.
Nel frattempo, anche la domanda di sanatoria che l’Avv. Antico aveva presentato è stata respinta ed il TAR, nella stessa sentenza, ha dato atto che tale rigetto, non impugnato, era divenuto definitivo. In sostanza: l’Avv. Antico presentando la domanda di sanatoria ha riconosciuto, smentendo sé stesso, che l’abuso era stato commesso; inoltre non essendo stato impugnato il diniego della richiesta sanatoria, opposto dagli Uffici, resta certificato che l’abuso permane.
- b) Per quanto concerne la deliberazione di decadenza pronunciata dal Consiglio Comunale è a tutti noto che il Tribunale di Palmi ha rigettato il ricorso confermando che il civico consesso aveva agito nel pieno rispetto della legge e dello Statuto comunale. Quello che forse non a tutti è noto è che l’Avv. Antico ha appellato la sentenza del Tribunale dinanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria la quale ha rigettato l’appello.
Non ancora pago della pronuncia di secondo grado, l’Avv. Antico ha anche deciso di scomodare la Corte di Cassazione la quale, con recente sentenza del 2023, ha messo una pietra tombale sulla vicenda confermando che il conflitto d’interessi c’era tutto e che la decadenza è intervenuta quale atto dovuto perché il consigliere se l’era cercata e non perché ci fossero trame indicibili messe in atto da menti raffinatissime.
- c) Riguardo, infine, alle denunce penali rivolte contro i malcapitati funzionari comunali, che avevano avuto l’ardire di accertare gli illeciti e di assumere i provvedimenti dovuti, ci è giunta notizia che le stesse sono state da tempo archiviate e che il Comune dovrà adesso rimborsare le spese che tali funzionari hanno sostenuto per difendere dalle ingiuste accuse, assieme alla loro persona e alla loro dignità anche l’immagine e l’onorabilità degli Uffici e dell’intera istituzione comunale.
Ma non è tanto l’esito inglorioso delle vicende giudiziarie che viene oggi in rilievo, quanto, piuttosto, la considerazione che, concluse sfavorevolmente le numerose cause intentate, dinanzi alla giustizia civile, a quella amministrativa e a quella penale, il problema del conflitto di interessi permane tutto intero.
In primo luogo, occorre considerare che l’inottemperanza all’ordine di demolizione, divenuta definitiva in quanto non impugnata, comporta per legge una sanzione fino a 20.000,00 euro a favore delle casse comunali.
Secondariamente – e la cosa è ancora più grave – l’elezione dell’avv. Antico alla carica di sindaco comporta una situazione veramente paradossale, in quanto permane l’occupazione abusiva di un bene pubblico da parte del capo dell’Amministrazione che per la qualità rivestita egli avrebbe, invece, il compito di tutelare nell’interesse della cittadinanza.
Immaginiamo nel prossimo futuro quali problemi si porranno: il Sindaco dovrà conferire l’incarico di responsabile dell’Ufficio tecnico ad un funzionario che per legge dovrà adottare i provvedimenti sanzionatori contro di lui: con quale serenità si potrà amministrare la cosa pubblica? E, soprattutto, il funzionario sarà a rischio di denuncia come il suo predecessore?
Sia chiaro non stiamo ponendo problemi personali, ci sentiamo tutte persone rispettabili, ma piuttosto problemi politici e amministrativi di particolare gravità.
Il conflitto di interessi già in atto, che l’Avv. Antico avrebbe potuto agevolmente rimuovere, anche senza attendere la fine ingloriosa delle cause intentate, è una vera e propria zavorra la quale ostacolerà i rapporti tra i vertici dell’amministrazione e gli Uffici comunali e inquinerà – come nel passato è già avvenuto – anche le ordinarie dinamiche delle relazioni personali.
Come si potrà pretendere dai cittadini il rispetto delle regole se il capo dell’amministrazione continua ad occupare abusivamente un bene comunale e antepone i propri interessi personali all’interesse pubblico che la sua amministrazione dovrebbe perseguire?
In conclusione,
- Si richiede anzitutto al sindaco di porre in essere le azioni atte a rimuovere i motivi posti alla base dell’attuale conflitto d’interesse, evitando di esporre l’ente comunale in una condizione di dannosa incertezza;
- Si richiede, altresì, agli uffici preposti di relazionare al consiglio comunale in merito ai provvedimenti adottati e quelli da adottare senza indugio, per definire sia il procedimento sanzionatorio connesso all’ordinanza di demolizione del manufatto abusivamente realizzato su suolo comunale, divenuta definitiva in quanto non impugnata, e sia il procedimento relativo alla fiscalizzazione dell’abuso edilizio riguardante il fabbricato, in conseguenza del maturato silenzio rigetto sulla domanda di sanatoria.
Cittanova, 24.06.2024