Il Cammino dello Spirito, XXX Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

TRENTESIMA DOMENICA

                     Mc.10,46-52

     “…Rabbunì, che io veda di nuovo

Siamo all’uscita della città di Gerico, ormai vicinissimi a Gerusalemme, dove Gesù con i suoi apostoli, concluderà il suo cammino, accolto prima trionfalmente dalle folle, ma subito dopo, con la condanna e morte di croce.

Un cammino molto difficile, come ci ha raccontato nelle domeniche precedenti, il vangelo di Marco, durante il quale, gli apostoli ed i suoi discepoli, molto delusi della sua catechesi, hanno avuto molte difficoltà ad accogliere e condividere la sua missione di messia voluta da Dio.

Tuttavia, le difficoltà, le incomprensioni canoniche e le delusioni umane, non gli hanno impedito di accostarsi e dialogare con tutti gli uomini, incontrati sulla strada, più che nelle sinagoghe, bisognosi della misericordia di Dio e della sua Pietà.

Così ha guarito il paralitico, incapace di camminare, ha fatto udire i sordi e parlare i muti, isolati dal contesto umano, ha purificato il lebbroso, ritenuto impuro, ha scacciato i demoni, e soprattutto ha perdonato i peccati w coloro che si sono accostati a LUI con fede.

Realtà che sono presenti in tutta l’umanità che anche oggi vive gli stessi limiti, lontana da Dio, e quindi bisognosa della ricerca e della mediazione di Cristo.

Oggi, ci dice il vangelo, che “mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. …E sentendo che era Gesù NAZARENO che passava, cominciò a gridare sempre più forte: figlio di Davide, abbi pietà di me“.

La parabola, ci vuole far capire che cieco, anche ai nostri giorni, è colui che non vede o non si rende conto dei gravi problemi della storia o dell’umanità in cui vive, fatta di violenza, guerre e morte.

Anche l’uomo di oggi ha bisogno di una vera luce, per capire e poter trovare le soluzioni necessarie per una pace, “che il mondo non può e non sa dare“,

Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». “Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Abbiamo tutti bisogno della vera luce, consapevoli di possedere una fede superficiale che ha bisogno di essere arricchita concretaente nella vita quotidiana.

Si tratta di comprendere noi stessi, il significato ed il valore di tutto quello che incontriamo nel nostro cammino, seguendo la strada che Dio ha tracciato per ognuno di noi, con vero spirito di conversione, credendo nel Suo Amore.

Come il cieco, siamo chiamati a seguire il Maestro, dando senso e significato a tutto quello che viviamo, illuminati dal battesimo di cui facciamo memoria liturgicamente nella notte di PASQUA INVOCANDO E CREDENDO CHE “CRISTO È LA VERA LUCE DEL MONDO“.

Parola del Signore

                                                                                  Don Silvio Mesiti