XXI Domenica dell’anno liturgico, per noi Palmesi, festa della madonna della lettera, secondo la tradizione, ultima domenica d’Agosto
L’evangelista Matteo, facendoci seguire il cammino che gesù fa con i suoi discepoli verso gerusalemme, ci propone una catechesi che con questo episodio Segna veramente un punto molto importante del cammino che gli apostoli sono chiamati a fare con lui, riconoscendolo vero messia fino al mistero della croce, della resurrezione e della sua ascensione al cielo.
Dopo che gesù premia la fede della donna cananea guarendo la sua figlia, con i suoi apostoli Gesù, adesso, entra nella città di cesarea di filippo, una città molto ricca e molto importante dal punto di vista politico, sia perché porta il nome dell’imperatore sia perché è presente filippo, che è un personaggio molto importante nella storia del popolo di Israele.
La città di Cesarea di filippo è, come dicevo, molto importante, ma è anche vero che in questa città c’è ancora una forma di religiosità pagana e soprattutto una vita che si vive nella ricerca del potere e spesso anche nella prassi di una immoralità diffusa.
In questo contesto politico, sociale e religioso, Gesù sente il bisogno di verificare la fede e dei suoi apostoli, domandando loro cosa pensa la gente di lui in questo con testo così complesso, dal punto di vista umano, “come figlio dell’uomo”
Qual è il significato della sua presenza in questa storia, come la gente lo vede?
La risposta di Pietro che parla in nome di tutti gli apostoli, non è sufficiente per Gesù, il quale ritiene opportuno domandare quale significato essi danno alla sua presenza Dal punto di vista religioso come messia mandato da Dio.
La risposta di Pietro è molto significativa e sufficiente per Gesù, che viene riconosciuto vero messia, per rivelazione soprannaturale da Dio, e non per motivazioni umane
” la carne o il sangue”, segno del potere umano e temporale.
Sulla confessione di questa fede, Gesù dice a pietro “su questa pietra edificherò la mia chiesa”,trasformando non solo il suo nome ma anche e soprattutto il suo ruolo fondamentale che dovrà avere, come timoniere della barca lungo il corso dei secoli.
Attualizzando questa presenza nella storia, Gesù, consapevole della lotta contro il male presente dentro e fuori di ogni uomo e cristiano, garantisce che, nonostante tutto, le porte degli inferi non saranno mai capaci di vincere sul messaggio di pace e di carità che sono e devono essere il fondamento
dell ‘essere vera chiesa di Cristo.
“Le porte degli inferi” sono tutto cio’ che appartiene alla carne ed al sangue: il potere, la forza, la violenza e tutto ciò che appartiene allo spirito del mondo, verso cui quotidianamente la chiesa istituzionale, e noi stessi cristiani, ogni giorno siamo tentati di aderire.
La festa della Madonna della lettera che celebriamo oggi è certamente un invito che Maria Santissima ci propone di leggere attentamente LA SUA LETTERA, che è il suo Figlio Gesù, per meglio conoscerlo, e mettere in pratica il suo VANGELO.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 16,13-20
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era ilo Cristo.
Parola del Signore
Don Silvio Mesiti