Il Vangelo della Domenica, a cura di Don Silvio Mesiti. XXX Domenica del tempo ordinario

Il vangelo, anche in questa domenica, ci invita a verificare la nostra vita spirituale, alla luce dell’insegnamento che Gesù propone, in alternativa a quello dei farisei, e che sono fondamentali ed attuali anche oggi, nella nostra pratica religiosa. “se la vostra fede non supera quella degli scribi e dei farisei! Non entrerete nel regno dei cieli “.

Ancora una volta i farisei, pur lontani spiritualmente e teologicamente dai sadducei, si mettono d’accordo tra loro, per mettere alla prova Gesù, e trovare motivi, per condannarlo a morte.

Costoro, chiusi nei loro interessi materiali e di potere, sono preoccupati per la popolarità crescente di un predicatore che si definisce cristo e messia, mentre mangia con i peccatori e sta accanto ai lebbrosi ed alle prostitute, mettendo in secondo piano le pratiche formali, quali il sabato o altri gesti ritualistici e formali.

Per metterlo alla prova e trovare di che accusarlo assoldano un rabbino, esperto di teologia, che gli domanda: “secondo te, quale è il comandamento più importante” tra le diverse centinaia di precetti, da osservare, nel rapporto con Dio?
La risposta di Gesù, più che l’aspetto giuridico e formale, mette in luce la vera essenza di Dio, AMORE, che è padre misericordioso, e che vuole la salvezza di tutti gli uomini, anche dei più deboli, dei più poveri ed anche, cosa che scandalizza di più, dei peccatori.

Su queste premesse si può comprendere la risposta di Gesù, vero messia, che con la sua incarnazione, passione e morte libera tutta l’umanità dal peccato, e risorgendo, manifesta il vero Dio che è solo AMORE, lontano da una giustizia legalistica e retributiva.

AMARE Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, quindi, non è un obbligo, ma una risposta di un amore condiviso, sentendo la propria vita ed il proprio destino uniti sostanzialmente alla SUA VITA.
AMARE IL PROSSIMO COME SE STESSI, poi, è una conseguenza logica di questo mistero di AMORE, che facendoci veri figli dello stesso Padre, ci rende fratelli con lo stesso cuore, la stessa persona, l’anima, e lo stesso destino, uniti tutti nell’unica persona di Cristo.

Il messaggio da accogliere è sempre lo stesso, una seria conversione da una religiosità formale e giuridica di obblighi, ad una vita vissuta come risposta ad un amore grande, da vivere ogni giorno col nostro prossimo, inteso non come vicinanza fisica o geografica, ma come condivisione totale, nella storia e nel comune destino, che è la vita eterna.
Don Silvio Mesiti