TRENTUNESIMA DOMENICA
“Amare Dio e il prossimo, vale più di tutta la legge e i pofeti”…”
Marco 12 28-38
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Chi si avvicina a Gesù, è un uomo di fede, conoscitore e studioso della parola di DIO, il quale però, è insoddisfatto della prassi religiosa e politica dei farisei.
Per questo si rivolge a GESÙ, di cui ha molta stima, avendone sentito parlare, soprattutto per i miracoli compiuti, nel confronti dei poveri e degli ammalati.
Credo che la sua, quella dello scriba, sia una domanda, che ognuno di noi, persone tradizionamente “religiose”, abbiamo bisogno di rivolgere a Gesù, con una preghiera di ascolto, più che di richiesta, ritenendoci veramente poveri della conoscenza DELL’INFINITO ESSERE DEL NOSTRO DIO, che invochiamo tutti i giorni con le labbra.
La risposta del giovane maestro, sembra semplice, scontata e forse banale, ma eternamente rivoluzionaria, per chi ha centinaia di precetti da osservare, e vive una prassi religiosa verso un dio a cui rivolgersi in termini economici : “do ut des”, senza riconoscerlo come
VERITÀ, GIUSTIZIA, PACE MA, SOPRATTUTTO, AMORE.
Egli, è un Dio, che si manifesta in CRISTO, il quale, attraverso la sua passione e morte, a cui lo condanneranno i detentori del potere religioso ed economico del tempio, ma anche politico e sociale, ce lo rivela unicamente come AMORE,”Deus charitas est”.
Alla domanda semplice ma fondamentale, Gesù rispose: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.
Riconoscere Dio come unica ed assoluta verità, è motivo di vera saggezza, evitando la tentazione di ascoltare o ricorrere a personaggi, ad altri idoli o dottrine di comodo, capaci di realizzare solo violenza, ingiustizie, potere, o forme di felicità effimere come ci insegna la storia.
“Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi.
Il vangelo di Marco ci indica la via concreta per come amare Dio che contempliamo solo per fede, a volte teorica o astratta, raccontando la parabola del buon samaritano.
Si tratta di un uomo straniero e certamente non di vera soddisfazione ai precetti, il quale gratuitamente e rischiando, si ferma per soccorrere sulla via di Gerico l’uomo sconosciuto che giace ferito dai ladroni sulla strasa, riconoscendolo come suo prossimo.
Tutte le persone più povere, coloro che non possono ricambiare il bene che ricevono, sono il prossimo da amare con tutto sé stesso, come ci insegnano i profeti ed i santi, anche ai nostri giorni.
In questo Teresa di Calcutta è un esempio vivo da seguire.
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Il rapporto autentico con Cristo attraverso la sua parola, e Col
sacramento dell’Eucarestia, celebrata e “mangiata” ci indicano la strada da seguire, per conoscere ed amare il nostro Dio, quello vero, da adorare col servizio verso i poveri, non solo di spirito.
“Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché DIO E AMORE”.
Parola del Signore
Don Silvio Mesiti