Il Cammino dello Spirito, XXVIII Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

VENTOTTESIMA DOMENICA

                         “Al confronto della sapienza stimai un nulla la ricchezza“(Sap.7,7)

L’uomo cerca, ed ha il diritto, di essere felice, una felicità che consiste nella realizzazione di sé stesso, raggiungendo le finalità della sua stessa essenza di uomo e di figlio di Dio, “creato a sua immagine e somiglianza“.

Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in TE“.

Questa inquietudine, di cui ci parla S. Agostino, è la ricerca di tutto ciò che può soddisfare i nostri desideri o le nostre esigenze di carattere materiale, quale il benessere fisico, il potere, il denaro o i beni materiali, trascurando le esigenze dello spirito, che nell’assenza dell’uomo e parte sostanziale.

Chi vive in questa dimensione, come il giovane ricco che si presenta a Gesù, rimane insoddisfatto, come ci racconta il Vangelo Marco, in questa domenica, consapevole di essere privato di una vita capace di dare “perfetta letizia“, e quindi felicità, arricchita dallo spirito di amore di Dio, che diventa carità, come afferma Giovanni, verso i POVERI. “se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci…chi non ama non ha conosciuto Dio“.

Come il lebbroso, il cieco e gli ammalati, mentre “…Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?».

È il terzo episodio della catechesi che Gesù rivolge ai suoi discepoli, nel loro cammino verso Gerusalemme, come ci racconta il vangelo di Marco.

La risposta del maestro “SAPIENTE” ha per oggetto l’insufficienza dei beni materiali, per la propria felicità, e per ottenere la vita eterna, non solo in termini escatologica, ma già vivendo nell’oggi, la nostra esistenza totale, soprattutto da cristiani, in quanto seguaci di CRISTO.

Si tratta di una vita ispirata dall’amore di DIO, da adorare in alternativa ai beni materiali ed al potere questo mondo, considerandoli idoli, al posto della stessa essenza di Dio che è AMORE.

“Nessuno, infatti è buono, – afferma Gesù- se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».

Dalla risposta del giovane, emerge l’immagine di un uomo fedele, all’osservanza dei precetti della legge di MOSÈ! a cui manca però, l’esperienza dell’amore di DIO, testimoniato nei rapporti col prossimo, incarnato nella persona di Cristo.

Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza».

Ed “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».

I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

ET NOS CREDIDIMUS CHARITATI

 Parola del Signore

                                                                                                            Don Silvio Mesiti