Il Cammino dello Spirito, XXVII Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

VENTISETTESIMA DOMENICA

L’uomo non divida quello che Dio

ha congiunto

Mc. 10, 2-16

alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù: È LECITO A UN MARITO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE?”

Domanda quanto mai attuale, rivolta a GESÙ dai farisei, ma oggi anche dagli uomini e dai cristiani del nostro tempo!

Dopo l’annuncio infatti della passione, e la risposta deludente degli apostoli, nel vangelo di Marco, Gesù continua la sua catechesi rivolta agli apostoli ed ai suoi discepoli, mentre continuano il loro cammino verso Gerusalemme.

Egli mette al centro dei suoi insegnamenti, la centralità ed il rispetto della dignità della persona umana, ed in questa Domenica, in particolare della donna, in vista nella realizzazione di se stessa, secondo il progetto di Dio, ideato fin dall’inizio dei tempi.

Si tratta, oggi, di problemi attuali che viviamo nella società civile, ma anche nella chiesa, sull’importanza dell’Unione coniugale, tra l’uomo e la donna, del matrimonio e della famiglia, tenendo conto dell’istituto del divorzio, ormai molto diffuso.

L’evangelista si sofferma soprattutto, sulla pari dignità della donna, rispetto all’uomo, ancora oggi non pienamente riconosciuta, e soprattutto garantita.

Si pensi alla donna, vista, purtroppo ancora oggi, come oggetto dei propri desideri, nella prostituzione, che tragicamente, spesso viene anche violentata. (si pensi alle creature sole e senza mezzi di sussistenza, soprattutto provenienti dal terzo mondo).

Senza sottovalutare i continui casi di femminicidio, di cui ogni giorno, purtroppo, è ricca la cronaca televisiva e giornalistica.

La risposta di Gesù non è diretta, ma, citando la parola di Dio, nella genesi, alla fine della creazione di tutte le “cose buone, Egli mette in evidenza la grandezza della donna, aiuto simile all’uomo stesso, ed a lui legata col sentimento indissolubile dell’amore, facendolo uscire dalla sua solitudine, attraverso il rapporto coniugale, reso sacro, nel vangelo, attraverso il sacramento del matrimonio.

“Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».

Divorzio, quindi, non voluto da Dio, quanto piuttosto permesso da Mosè, per la “durezza del cuore, in cui, tuttavia, deve sempre essere garantita la libertà della donna di potere intraprendere la propria strada, con libertà e dignità, indipendentemente da ogni condizionamento economico, pseudo culturale o sociale.

“Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.

Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola, l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».

Il messaggio sulla natura e sul valore dell’amore coniugale tra gli sposi, da punto di vista della fede ma anche antropologico, (ex esperietia patet) appare molto chiaro, anche se oggi, alla luce dell’innumerevole numero di divorzi, (visti naturalmente con molta prudenza e carità), sembra essere in crisi o poco “ascoltato“.

Il riferimento ai bambini, intesi come persone fragili e bisognosi di protezione, come LA DONNA, è consequenziale, forse anche nella cultura e nell’esperienza dei NOSTRI tempi.

Le persone deboli e bisognosi di tutti, come i bambini, vengono abbracciati da Gesù, e rimangono sempre oggetto della premura, dell’amore di Dio.

È la protezione di chi crede nel VERO AMORE, QUELLO DI DIO, OGGI IN VERITÀ MOLTO CARENTE, VISTA LA VIOLENZA CHE DILAGA NEL MONDO, E SPESSO ANCHE NELLE RELAZIONI UMANE.

“Gli presentavano dei bambini, perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio».

BUONA DOMENICA!

                                                                                                             Don Silvio Mesiti