Il Cammino dello Spirito, XIV Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

QUATTORDICESIMA DOMENICA
 
“Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria”
 
È quanto afferma Gesù, con tristezza, ritornato nel suo paese, a Nazareth, dopo il suo impegno di evangelizzazione in tutti i paesi della Galilea, ed avere incontrato le folle che lo cercavano, guarendo i malati e resuscitato i morti.
Il Vangelo di Marco, soprattutto in queste ultime domeniche, infatti, descrivendo il cammino, la predicazione ed i gesti che Gesù compie con i suoi discepoli, anche tra i pagani, lo presenta nel suo stesso paese, a Nazareth, dove decide di tornare con i suoi discepoli, per incontrare parenti ed amici.
Tutto va bene fino a quando, in giorno di sabato, autonomamente, entra nella sinagoga, come un semplice fedele, dove presenta la sua dottrina, certamente diversa da quella degli, SCRIBI e dei farisei, di un DIO CHE AMA TUTTI GLI UOMINI, SUOI FIGLI SENZA DISTINZIONE ALCUNA.
E Un racconto, quello del vangelo, che non è solo cronaca, quanto piuttosto un messaggio nuovo e rivoluzionario, quanto mai attuale anche per noi.
Ci vuole molto coraggio e tanta Capacita critica per accoglierlo e condividere, nel mondo giudaico, questa novità, e per quanto ci riguarda, nel nostro tempo e nel nostro mondo, soprattutto nella nostra chiesa, con spirito di ascolto e di vera conversione.
NAZARETH DEL NOSTRO TEMPO, è la città abitata NELLE PERSONE CHE SI SENTONO SICURE, ancorate nelle loro idee, e soprattutto pienamente soddisfatte dalle pratiche religiose pseudo tradizionali, ma chiuse al nuovo dei segni del tempo ed alla voce dei profeti attuali, scandalizzati e contrari ad una necessaria NUOVA EVANGELIZZAZIONI, di cui da anni ci parla il magistero, per andare incontro a tutti gli uomini che vivono nelle periferie, come afferma il sinodo che abbiamo celebrato.
DICE IL VANGELO CHE “In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.”
Contrariamente a quanto avvenuto a Cafarnao, dove lo vanno a trovare i suoi amici e parenti, preoccupati per la sua predicazione, oggi, dopo tante fatiche pastorali, è Gesù che decide di tornare nel suo paese di origine, tra I suoi affetti i suoi ricordi e le sue premure.
TUTTO VA BENE nei semplici rapporti umani, fino a quando “Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani”? 
Più che attenti ai contenuti della predicazione di Gesù, coloro che lo ascoltano, rimangono ancorati al VECCHIO, reagendo prima solo con meraviglia, che si trasforma poi in pettegolezzo, rifiuto o addirittura, disprezzo, mentre affermano:
“Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo, perché, dicono:
 Cosa può venire di buono da parte di un x generico, addirittura figlio di un se plico operaio, un falegname, e che, tra l’altro risulta eretico, sbandato e rivoluzionario? “
LA CONCLUSIONE DEL BRANO È MOLTO TRISTE, come dice il vangelo: “Gesù disse loro «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.”
È QUANTO DOBBIAMO FARE, COME CRISTIANI E COME CHIESA, uscire dalle sacrestie e dai gruppi per andare nei villaggi esistenziali per incontrare gli uomini poveri, che di Cristo non hanno sentito parlare e tanto meno sperimentato il suo amore. 
 
   Parola del Signore 
           DON SILVIO MESITI