Il Cammino dello Spirito, XI Domenica del Tempo Ordinario Anno B a cura di Don Silvio Mesiti

XI DOMENICA DEL TEMPO
Prima lettura “Ezechiele”
 
Così dice il Signore Dio:
<<Un ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà rami e farà frutti>>. 
Al popolo che vive disperato in terra di esilio, il profeta Ezechiele rivolge l’invito ad avere speranza, nonostante i momenti di dolore, confidando nella presenza di Dio, che non ha abbandonato e non abbandona mai il suo popolo.
Il Vangelo di questa Domenica, con le due parabole, riprende l’annuncio del profeta, evidenziando che, nonostante tutte le difficoltà personali e sociali, (si pensi in questo momento alle guerre ed a migliaia di bambini ammazzati, nonostante le riunioni dei grandi della terra) l’opera di Dio, con l’inizio del suo regno, attuato per mezzo di Gesù, avrà la sua pienezza, nei tempi e nei modi che non conosciamo.
Si tratta di convincerci, con grande fede, che i tempi di Dio, ed i suoi progetti, sono molto diversi dai nostri tempi, e dal nostro modo efficientissimo di accostarci alla nostra visione della vita e della storia.
In quel tempo, -infatti- Gesù diceva [alla folla], come afferma MARCO: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa». 
L’uomo di cui parla Gesù è Dio, mentre il seme è il vangelo con la sua buona novella e con l’opera di salvezza operata da Cristo, con la sua passione morte e resurrezione.
Anche il terreno in cui viene PIANTATO con cura, e non vagamente seminato, sono la mente ed il cuore di ogni uomo, in cui il seme “produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
È molto importante attendere prima di usare la falce per la mietitura, per evitare che insieme alla zizzania, che pure esiste, venga tagliato e distrutto anche il grano.
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
                                                                                                      Don Silvio