Il Cammino dello Spirito, seconda Domenica di Avvento festa dell’Immacolata Anno C a cura di Don Silvio Mesiti

OTTO DICEMBRE 2024

seconda di avvento

FESTA DELL’IMMACOLATA

Luca 1,26-38

 

Il dogma dell’immacolata concezione di MARIA, proclamato dal papa PIO IX nel 1854, definisce che:

La beatissima Vergine Maria, dal primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale“.

La definizione del sommo pontefice, dogma di fede, conferma quanto la rivelazione, ed in particolare il vangelo, evidenziano, descrivendo una vita, quella di Maria, integralmente umana, ma totalmente votata al servizio di DIO, accanto al figlio suo Gesù, insieme a Giuseppe, suo vero sposo, nella famiglia di Nazareth, modello delle nostre famiglie.

In diverse apparizioni, questa verità è stata confermata da Lei stessa, si pensi a Lourdes, come, da sempre, il popolo di Dio l’ha venerata.

Maria, piena di grazia, dunque, appartiene alla nostra stessa natura umana; siamo chiamati e possiamo quindi imitare, ma soprattutto, invocarla, mentre “viviamo in questa valle di lacrime“.

NELLA SUA FESTA, “DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE“, SI FERMA GIUSTAMENTE LA LITURGIA DELL’AVVENTO, PERCHÉ, LEI, LA MADONNA SANTISSIMA, CI INSEGNI E CI AIUTI A SAPERE ATTENDERE ED ACCOGLIERE DEGNAMENTE, COME LEI HA FATTO, GESÙ CRISTO, NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA, E NELLA NOSTRA STORIA, bisognosa di misericordia e di conversione.

Come veri figli, pregando, esprimiamo i nostri sentimenti, con affetto e riconoscenza, confidando con certezza, nel suo affetto materno e nella sua vicinanza, invocando il suo “patrocinio“.

Può essere utile, per chi ne sentisse il bisogno, farci aiutare, con questa preghiera, secondo me, ricca di verità e di lode a MARIA, come Dante Alighieri ha cantato nella cantina del paradiso:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio,

umile e alta più che creatura,

termine fisso d’etterno consiglio,

 

Tu se’ colei che l’umana natura

nobilitasti sì, che ‘l suo fattore

non disdegnò di farsi sua fattura.

 

Nel ventre tuo si raccese l’amore,

per lo cui caldo ne l’etterna pace

così è germinato questo fiore.

 

Qui se’ a noi meridiana face

di caritate, e giuso, intra ‘ mortali,

se’ di speranza fontana vivace.

 

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,

che qual vuol grazia e a te non ricorre

sua disianza vuol volar sanz’ali.        

 

La tua benignità non pur soccorre

a chi domanda, ma molte fiate

liberamente al dimandar precorre. 

 

In te misericordia, in te pietate,

in te magnificenza, in te s’aduna

quantunque in creatura è di bontate.

 

Or questi, che da l’infima lacuna

de l’universo infin qui ha vedute

le vite spiritali ad una ad una, 

 

supplica a te, per grazia, di virtute

tanto, che possa con li occhi levarsi

più alto verso l’ultima salute.

AMEN!

                                                                                  Don Silvio Mesiti