La fine dell’anno viene ritenuta una tappa importante, nella tradizione, dal punto di vista sociale, culturale e per ogni persona, ma anche per gli interessi economici ed aziendali nella società politica e civile.
Nel contesto di questo giorno, fatto di festeggiamenti, di auguri e di “Brindisi“, nelle piazze di tutte le città e nelle discoteche, siamo invitati ad analizzare il nostro passato che, in ultima analisi, ci avvicina alla fine, ma soprattutto a programmare vie nuove che ci guidino verso una vita nuova fatta di serenità e soprattutto di una vera pace per ognuno, di noi, per le nostre famiglie, e per il mondo, per la quale la chiesa ci invita a pregare, auspicando la fine delle guerre incivili.
Il futuro, ritenuto giustamente ignoto, suscita in ognuno di noi, ansia o preoccupazione quanto mai ovvie, di fronte alle quali, liturgicamente, siamo invitati, nel giorno della sua festa, ad invocare Maria Santissima, quale madre del nostro Dio.
Lo stato d’animo nostro, sia quello dei pastori, ai quali “l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo … Si tratta del primo annuncio della nascita di Cristo Salvatore, e quindi della condivisione di Dio con tutti gli uomini, che viene dato ai pastori, ritenuti povera gente, umile ed emarginata, ai quali gli angeli annunciano solennemente: “oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Un annuncio sconvolgente quanto inaspettato, per chi attende la salvezza da un messia, ritenuto figlio di un Dio onnipotente e giudice severo, presentato dai sapienti e dai sommi sacerdoti del vecchio testamento.
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, ad agiato in una mangiatoia“.
Annuncio che suscita gioia, speranza e soprattutto, fiducia, nella certezza che al di là degli oroscopi, possiamo essere certi che Dio sarà sempre con noi.
Ma per comprendere, questa verità, come per i pastori, è necessario un lungo cammino, non di chilometri, ma di ricerca e di conversione, ispirato dalla fede nel nostro Dio padre misericordioso che ci guida con la sua provvidenza.
“Allora i pastori andarono senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori … i quali se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro”.
È uno stupore, quello, dei pastori, di fronte ad un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, che si fa bambino, che per amore nasce in una grotta, al freddo e al gelo, come osserviamo e cantiamo meravigliati “quanto ti costò l’avermi amato“.
Parola del Signore
Don Silvio Mesiti
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