Il Cammino dello Spirito IV Domenica di Quaresima Anno C a cura di Don Silvio Mesiti

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QUARTA DOMENICA DI

QUARESIMA

Lc 15,1-3.11-32

Questo tuo fratello era morto ed è

tornato in vita“.

 

 

“In quel tempo, si avvicinarono a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”

 

Quello che racconta il vangelo di Luca nella parabola del padre misericordioso o del figlio prodigo, è un’esperienza che viviamo quotidianamente nei rapporti tra noi cristiani, ma soprattutto nelle nostre famiglie, quando i figli, si riconoscono veri fratelli, in quanto figli dello stesso padre e della loro mamma.

Si è felici se un fratello ritorna a casa, dopo essere stato ricoverato in ospedale in punta di morte, o dopo avere scontato anni di galera, per aver commesso gravi reati, o dopo essere uscito faticosamente dai circuiti della droga, dove aveva cercato il suo paradiso!

È sempre una gioia grande il ritorno di un figlio “Perduto“, per un padre che lo aveva atteso con le lacrime, senza dimenticarlo mai. Al suo ritorno a casa, egli non fa processi, ma lo accoglie e lo abbraccia, questa volta con le lacrime di gioia.

Lo riveste con i suoi abiti di figlio e non di servo, mettendogli l’anello al dito, segno dell’appartenenza alla famiglia, e facendo festa, restituendogli la dignità sospesa, senza alcun interrogatorio.

Comprendere il messaggio di questa domenica, per noi cristiani, soprattutto come uomini, è possibile se siamo capaci con la fede, di riconoscere, non solo con la mente, ma col cuore, il DIO in cui crediamo, come vero padre.

Questo è possibile, elevando all’ennesima potenza, come ci insegna la teologia, i sentimenti umani del padre e della madre verso tutti i figli, soprattutto verso coloro che si sono allontanati, sospendendo la loro dignità di uomini, di veri cristiani e di fratelli, come recitiamo, ogni giorno, nelle nostre liturgie.

DIO COME VERO PADRE, dà a tutti la possibilità di rientrare, se pentiti, confermando l’essenza della loro dignità, persa, senza processi tipici della giustizia retributiva, che tuttavia legittimamente, compete allo stato ed alla società civile.

DEUS   NEMO VIDIT UNQUAM”, solo osservando Gesù, che per amore è morto in croce ce lo ha rivelato, possiamo conoscerlo veramente e fare vera esperienza di Lui.

“…. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

Può essere questa la nostra preghiera in preparazione alla PASQUA, in questa “domenica in letare” nella quale la liturgia ci invita alla vera gioia di cui abbiamo bisogno!

   Parola del Signore

                                                                                     Don Silvio Mesiti

 

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