Il Cammino dello Spirito, 3 Domenica di Avvento Anno C a cura di Don Silvio Mesiti

TERZA DOMENICA DI AVVENTO

                     Luca 3,10-18

“Ex operibus cognoscetis eos”

“La fede senza le opere, è morta”

Alla predicazione di Giovanni Battista, che invita le folle ad accostarsi per ricevere il battesimo di penitenza, in vista della loro conversione, rimangono lontani ed assenti con arroganza, gli scribi, i farisei ed i sacerdoti.

Essi infatti  sono gelosi, chiusi nelle loro “sinagoghe”, ed  arroccati nei loro interessi personalistici.

Accorrono e sono invece presenti, le folle,  le persone che  vivono sulla strada, insoddisfatte e deluse della loro vita, alla quale  la religiosità tradizionale non dà risposte sufficienti ed adeguate.

Questi, lontani  da qualunque forma di religiosità legalistica e formale, come oggi molti lontani dalla chiesa istituzionale, si rivolgono a Giovanni Battista, che proviene dal deserto, e “lo interrogano, chiedendogli: che cosa dobbiamo fare”?

La risposta del precursore di Cristo, l’ultimo dei profeti, quanto mai attuale, anche ai nostri tempi, evidenzia la necessità, di un’autentica  conversione, per essere veri uomini e vere persone di fede,  capaci di produrre “frutti” di opere buone, come testimonianza del loro essere  uomini, nella società civile, e di figli di Dio,  col prossimo, con cui si è chiamati a vivere ogni giorno.

È  una risposta chiara, quella del Battista, ma soprattutto un invito alla coerenza, che porti alla consapevolezza della necessità di  mettere in pratica quanto l ‘ essere veri uomini e veri cristiani, esige, in quanto appartenenti ad una comunità  civile e soprattutto religiosa.

Per tutto questo, dice Giovanni, «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Tutto questo, consapevoli della destinazione “destinazione universale  dei beni”,  che ci renda pronti a dividere il pane con gli affamati ed i poveri, che sono tanti, perché lontani dall’opulenza,  di un capitalismo sfrenato, che tiene per sé il pane, le  medicine e centinaia di case, mentre la gente è costretta a vivere all’aperto al freddo ed al gelo.

Si pensi, in proposito, agli immigrati !

Anche ai PUBBLICANI, peccatori incalliti, che sentono la necessità  di una seria conversiene, viene raccomandato di osservare le leggi  giuste, senza approfittare del loro ruolo e del loro potere, da esercitare sempre, invece, con vero spirito di servizio e con rettitudine professionale e morale. 

A questo consiglio rivolto ai pubblicani, i quali “vennero  a farsi battezzare e gli chiesero: Maestro, che cosa dobbiamo fare? Egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Ai soldati che hanno il potere di fare osservare le leggi, come  ai burocrati della sanità,  dell’amministrazione della giustizia e del diritto al lavoro, sancito dalla costituzione, viene raccomandato  di evitare privilegi, concessi dal loro potere, dalle “raccomandazioni”, e sulle pretese di “MAZZETTE”, o negando la mercede agli operai, con i contributi dovuti, con esplicite minacce di licenziamento.

Ad essi che Lo interrogano «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

La conclusione del vangelo di questa domenica apre orizzonti di speranza,e di fiducia per la venuta di un GESÙ, che rinasce nel cuore di ognuno,  ma che è presente in mezzo a noi con la sua grazia e l’affermazione di una vera giustizia.

 Infatti, “Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano, in cuor loro, se non fosse lui il Cristo, Giovanni risponde: “io vi battezzo con acqua, ma viene colui che è più  forte di me ,  a cui non sono degno di slegare I lacci dei sandali, egli vi battezzerà  in Spirito Santo e fuoco”

Prepariamoci ad accoglierLo!

  Parola del Signore

Don Silvio Mesiti