Il Cammino dello Spirito, 2 Domenica di Quaresima anno C a cura di Don Silvio Mesiti

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SECONDA DOMENICA

QUARESIMA

Lc. 9, 23-36

Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno …

 

Di fronte all’ annunzio della sua condanna passione e morte, molti discepoli si allontanano da Lui, mentre gli apostoli rimangono turbati e delusi, ritenendo il destino di Gesù, loro maestro, un fallimento, come di fatto, anche ai nostri giorni, appare, per molti cristiani, dal punto di vista umano.

Ma la catechesi diventa ancora stringente, più chiara e del tutto personale, per cui Gesù continua senza mezzi termini: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce ogni giorno, e mi segua“.

In questo contesto, Luca, ribadendo quanto sopra, e prima di inoltrarsi nel racconto della passione, come gli altri evangelisti, propone una catechesi ed una visione teologica nuova, rispetto al vecchio testamento, circa la sua missione e figura di messia, col racconto della trasfigurazione su cui ogni anno, nella seconda domenica di quaresima,  la liturgia ci invita a meditare: “… Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare “.

Più che di un privilegio verso questi apostoli, si tratta, a mio avviso, di un atto di delicatezza, di preoccupazione e di carità, verso queste persone, mediatori tra Gesù e gli altri apostoli e discepoli, i quali nella loro missione, ed oggi nella chiesa, hanno avuto un ruolo particolare, per il quale hanno dato la loro vita col martirio.

Questa visione è ratificata dalla presenza di MOSÈ ED ELIA, come ratifica e compimento di quanto era stato annunziato dalla legge e dai profeti.

Gesù Lì porta quindi CON SÉ SULLA “MONTAGNA“, invitandoli a lasciare la “pianura”, perché, attraverso la preghiera, dall’alto, con la fede, possano contemplare il suo vero volto ed il significato salvifico della sua morte, come preludio e via necessaria della sua resurrezione. Tutto questo infatti, viene ratificato dalla voce del PADRE suo, che dalla nube annuncia: “questo è il figlio mio l’eletto, ascoltatelo“.

E difatti, “mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” manifestando la Sua vera identità.     

Ma nonostante questa visione entusiasmante e rassicurante, “Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno“, come periodicamente avviene ad ognuno di noi di fronte alle difficoltà e debolezze, ma quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini, Mosè ed Elia, che stavano con lui.

E mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva …

Ma appena la voce cessò restò   Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Esperienza che viviamo noi, ogni giorno, dopo aver fatto la scelta di seguire Cristo, di fronte alle difficoltà e le delusioni della vita, come il vangelo ci ha preannunciato nel discorso delle “beatitudini“.

Buona domenica

   Parola del Signore

                                                                                      Don Silvio Mesiti

 

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