Festa del Sacro Cuore di Gesu’
“Uno dei soldati gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua“.
“Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.”
I crocifissori, secondo l’usanza, spezzano le gambe ai due ladroni crocifissi a destra e sinistra di Cristo, sul Calvario, per affrettare o verificare la loro morte tanto cruenta, quanto crudele.
Gesù, morto d’infarto poco prima, riceve invece nel costato la trafittura di spada che raggiunge il cuore, da cui sgorgano sangue ed acqua.
Anche questo gesto a cui si sottopone CRISTO, INNOCENZA PER ECCELLENZA, rappresenta il dono estremo dell’amore di Gesù, che è quello di Dio, padre misericordioso, di cui, sull’invito di san Paolo, meditando e vivendo ogni giorno la devozione al Sacro Cuore di Gesù, siamo chiamati a “comprendere tra i santi quale sia l’ampiezza, l’altezza, la lunghezza e la profondità, per conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni possibile umana conoscenza“.
Tutto l’amore e il dolore del mondo trova centro e senso in questo gesto che rimane ancora un mistero da comprendere per trovare conforto, ma anche impegno di IMITAZIONE.
I Padri della Chiesa e la vera meditazione, vedono in quest’acqua e in questo sangue, i simboli dei Sacramenti che ci vivificano, qualunque sia il nostro stato, e ci assicurano un AMORE DI DIO, datoci fino all’estrema possibilità.
L’esercizio spirituale di oggi, al Sacro Cuore, raccomandatoci da S. Margherita Maria Alawuoqhe, è un momento contemplativo, “ECCO IL CUORE CHE HA TANTO AMATO GLI UOMINI”, ma anche un invito A CONVERTIRE NOI STESSI PER ESSERE IN GRADO DI RIPARARE TUTTO IL MALE E L’INDIFFERENZA DI UN MONDO E DI NOI STESSI, ANCORATI, NONOSTANTE LE NOSTRE PREGHIERE, AD UNA VERA RIPARAZIONE, CON CRISTO, CHE ANCORA RICEVE DIMENTICANZA, INGRATITUDINE E DISPREZZO“
Don Silvio