Rosarno, il Ministro Martina al convegno “Legalità, diritti, dignità.
“Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può”, questo è il titolo dell’iniziativa di Fai, Flai e Uila che si è svolto presso il Palazzetto dello Sport alla presenza del Ministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina. Nel corso del convegno si è affrontato il tema del lavoro nero in agricoltura e le misure concrete da mettere in atto contro forme di sfruttamento e caporalato che affliggono il settore da Nord a Sud.
Alla fine il ministro Martina si è recato in visita alla cooperativa “Fattoria della Piana”, dove ha incontrato gli agricoltori e gli imprenditori per fare un punto sulla situazione del settore agroalimentare in Calabria.
CHE FINE HA FATTO QUESTO ORDINE DEL GIORNO DI 5 ANNI FA ?
FAI – CISL FLAI – CGIL UILA – UIL
ORDINE DEL GIORNO
I Direttivi di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, convocati a Rosarno il 17 febbraio 2010, richiamano ancora una volta l’attenzione del Governo, delle Istituzioni Locali, dei Partiti e delle Organizzazioni sociali sul grave fenomeno del lavoro nero, del caporalato in agricoltura e delle condizioni dei lavoratori immigrati nel settore.
In spregio ai fondamentali diritti della persona, sanciti dalla Costituzione repubblicana, ai diritti e alle tutele sanciti nella contrattazione collettiva e dalla legislazione sociale, lavoro nero e caporalato calpestano la dignità umana di lavoratori italiani e stranieri, sottraggono ingenti risorse alla previdenza pubblica e al fisco producendo gravi danni all’economia del Paese.
I gravi fatti di Rosarno sono soltanto l’ultima rappresentazione in ordine di tempo di una piaga sociale che investe molte realtà del Paese in cui lavoro nero, sottosalario, caporalato e talvolta vere e proprie forme di schiavismo costituiscono la condizione occupazionale e di vita di centinaia di migliaia di lavoratori stranieri, ma anche italiani.
Inoltre, la pressione sulle aziende agricole da parte della criminalità organizzata, in alcuni territori, determina gravi conseguenze alla coesione sociale e insidia lo stesso ordine democratico.
Occorre, perciò, una terapia d’urto duratura nel tempo, con efficaci misure di prevenzione e di repressione, ma anche di tutela verso le aziende che operano nella legalità e che rifiutano di sottomettersi ai ricatti.
A tal fine Fai-Flai-Uila propongono:
1. estendere il reato di associazione a delinquere, con conseguente confisca dei beni, ai caporali, ai datori di lavoro e ai proprietari di aziende che in concorso tra loro ricorrono o assecondano il lavoro illegale;
2. attivare in via ordinaria e costante ispezioni incrociate con la Guardia di Finanza nei confronti di quelle aziende che denunciano scarti significativi tra produzione lorda vendibile e manodopera dichiarata;
3. definire un percorso di regolarizzazione per gli immigrati che da tempo lavorano in Italia nella condizione di clandestinità in quanto lo sfruttamento e le umiliazioni subite debbono essere riconosciuti come passaporto in qualsiasi Paese civile.
4. attuare le misure proposte dalle Parti sociali attraverso l’avviso comune in materia di premialità per le aziende virtuose, di semplificazione di procedure per i permessi di soggiorno, di riforma della contribuzione sociale condizionata alla qualità del lavoro.
5. avviare un confronto tra le istituzioni e le parti sociali per individuare specifiche misure a favore dell’integrazione dei lavoratori stranieri, superandone definitivamente il carattere di emergenza;
6. istituire a livello territoriale organismi tripartiti tra Servizio per l’impiego e Parti sociali per il governo del mercato del lavoro.
Fai, Flai e Uila ritengono, inoltre, che le lavoratrici e i lavoratori non italiani, occupati a tempo determinato e iscritti negli Elenchi Anagrafici dei lavoratori agricoli, debbano avere un permesso di soggiorno che sia valido per tutto l’anno successivo all’anno d’iscrizione. Gli Elenchi Anagrafici si sono dimostrati per i lavoratori italiani uno strumento di stabilizzazione dei rapporti di lavoro in agricoltura e, pertanto, riteniamo che essi debbano svolgere questo ruolo di stabilizzazione, di emersione dall’illegalità e di reale integrazione sociale.
Fai-Flai-Uila denunciano, inoltre, la grave sottovalutazione da parte del Governo della crisi economica del settore agricolo e sollecitano l’adozione di un programma straordinario di sostegni, purché condizionati al rispetto delle leggi e dei contratti di lavoro.
Fai-Flai-Uila, infine, sollecitano il Ministro del Lavoro ad avviare il già richiesto confronto sui problemi del mercato del lavoro e della previdenza in agricoltura e si riservano di promuovere iniziative di mobilitazione nazionale della categoria a sostegno dei diritti contrattuali e previdenziali di tutti i lavoratori, italiani e stranieri.
Rosarno 17.02.2010