Coronavirus, nota stampa Anpi Polistena
Aldo Polisena Vice Presidente ANPI, Sezione Intercomunale di Polistena, in una lettera(la seconda), inviata agli organi di stampa, inerente l’immane tragedia che il mondo sta vivendo scrive: ”Mentre mi accingo a scrivere mi arrivano notizie, attraverso i social, i gruppi whatsapp, la Tv e le telefonate degli amici, che la situazione nella nostra Calabria e nella Piana di Gioia Tauro, creata dalla diffusione del Coronavirus,(anche se ancora non è ai livelli delle aree del Nord Italia),sta diventando veramente drammatica.
Tanti comuni stanno applicando, in modo stringente, le norme contenute nei DPCM del mese di marzo messe in atto per contrastare il Covid-19”.
Continuando Polisena dice: ”Ormai siamo in una situazione di estrema limitazione della nostra autonomia e dei nostri bisogni.
Il tutto nasce dall’accertamento dei casi di riscontro positivo al virus, a Gioia Tauro del dipendente del Porto e dall’emergenza creatasi a Rosarno.
C’ è da aspettarsi un’ escalation in quanto decine sono i cittadini in quarantena domiciliare e non si conosce il numero dei tamponi effettuati nelle varie strutture”.
Polisena chiede a gran voce:”COSA E’ MANCATO?
E’ mancato il coordinamento delle Istituzioni locali, della Prefettura e della Regione. E’ mancata una corretta informazione rispetto a questa emergenza lasciata spesso a facebook. Va recuperato il tempo perduto, sapendo che esso è breve e vanno attuate misure estreme come l’ISOLAMENTO(non chiusura) della Piana(come del resto ha proposto il Consigliere Regionale Marcello Anastasi);va creata una CINTURA SANITARIA ,all’interno della quale, mettere in campo tante energie: mediche, sanitarie, di assistenza e approvvigionamento dei beni di prima necessità”.
Polisena conclude sottolineando che:” Questo compito potrebbe svolgerlo l’Esercito Italiano il quale dovrebbe garantire anche la mobilità interna ed esterna alla Piana.
L’Asia come ha sconfitto il Coronavirus?
Con isolamento di Città di milioni di abitanti ,divieti di spostamenti quasi assoluti, isolamento di pazienti che avevano anche sintomi deboli dentro strutture create appositamente, tipo i Covid-Hospital.
E’ questa la strada. NON ABBIAMO PIU’ TEMPO.
CE LA POSSIAMO FARE”.
Caterina Sorbara