TAURIANOVA, SCIOLTO IL CONSIGLIO COMUNALE Per la terza volta la città paga colpe non sue
Ciò anche perché fin quando non saranno resi noti i particolari del provvedimento di scioglimento nessuno fra i componenti del disciolto Consiglio potrà ritenersi immune dal pericolo di essere menzionato nel decreto con la conseguente futura incandidabilità : anche forse solo per qualche lontana parentela eccellente – comunque non ostativa alla candidabilità ( o , in altri ambiti professionali, all’accesso a impieghi e carriere pubbliche ) ma poi, spesso, determinante per motivare le richieste di scioglimento. Certo è che la città ancora una volta è messa all’indice. In tutti e tre gli episodi non mancano – a distanza di anni – motivi di recriminazione: La prima volta, nel 1991, la giunta del Sindaco Olga Macrì fu l’agnello sacrificale alla conclamata incapacità dello Stato di fronteggiare la sanguinosa guerra di mafia di quegli anni culminata nel tragico Venerdì Nero della morte di Peppino Grimaldi. La seconda volta – vero fu che il sindaco avesse subito un avvertimento quando ad Amato fu danneggiata a pistolettate la sua Mercedes – ma altrettanto vero è che la sua maggioranza era poco tempo dopo autonomamente implosa – e non certamente per fatti di pressione mafiosa- ma più che altro per incompatibilità caratteriali endogene all’interno di quella maggioranza. L’ultima amministrazione, ancora a guida Romeo, con molti giovani , ventenni o poco più, alla loro prima elezione a fianco dei soliti nomi di lungo corso – non pare possa dirsi essere stata condizionata dalla mafia: molto di più – crediamo – dai vincoli di bilancio, dai patti di stabilità e della endemica difficoltà a reperire risorse che oggi tarpa le ali a tutti gli enti locali. Ha vissuto alla giornata, sperando nel tempo sereno e nella fortuna e nel lavoro grazie al quale recentemente erano stati ottenuti cospicui finanziamenti per opere pubbliche . Vero è che non erano mancati episodi inquietanti quali l’uccisione di Nerone, il cavallo andaluso del primo cittadino, quando in un suo terreno fu fatta esplodere un bomba. Ma questo episodio- che resta misterioso – e fino ad oggi senza colpevoli o indiziati – non è riconducibile con certezza a pressione politico mafiosa . Se tanto fosse anche uno dei leader dell’opposizione, Giuseppe Rigoli, destinatario di qualche proiettile nello stesso periodo, dovrebbe essere considerato vessato dalle oscure forze dell’antistato. La realtà – a nostro parere – è che i due protagonisti della ultima campagna elettorale, che nel prosieguo hanno continuato a restare distanti e litigiosi – abbiano – proprio per questa incapacità di aprire un dialogo costruttivo, contribuito a creare le condizioni di uno stallo fra le forze politiche. Non è pensabile che un Comune come Taurianova, ormai spogliato di tutte quelle prerogative che un tempo la resero capitale della Piana del Tauro fino a farla scadere all’attuale stato di paese -dormitorio veda ancora i leader politici comportarsi come il Paperino e l’ Anacleto dei comics Disney: vicini eppur così distanti, litigiosi, riottosi, e pronti solo alla polemica. Ma tant’è . Paghiamo per l’ennesima volta lo scotto della incapacità di dialogo , dell’alterigia e della malafede. Della non accettazione della vittoria che nel sistema maggioritario – alla fine vede necessariamente un vincitore destinato a governare e uno sconfitto al ballottaggio chiamato a vigilare, proporre e controllare e non solo a contestare nel tentativo di demolire – Tanto nella certezza che il futuro politico di Taurianova – per quando si tornerà a votare – dovrà vedere leader politici e non capi fazione , e persone responsabili e consapevoli di dover programmare il futuro di una città che non meritava quest’ennesima onta. Il futuro di Taurianova, quando le urne daranno alla città nuovi amministratori democraticamente eletti dovrà transitare attraverso la condivisione di un piano pluriennale di azione amministrativa e di sviluppo che dovrà essere condiviso da tutti coloro che faranno parte del nuovo Consiglio: Il futuro di Taurianova non dovrà vedere opposizioni prive di voce e maggioranze chiuse nella torre d’avorio ovvero, viceversa, oppositori protesi solo a contestare e a tentare di demolire l’operato della maggioranza . Non v’è più spazio per questa politica. Occorrerà buona fede e propositività. Nell’immediatezza non è opportuno aggiungere altro. Sarebbe solo sterile opinionismo. Attendiamo di conoscere le motivazioni del decreto di scioglimento non potendo ulteriormente rinviare – come siamo stati appositamente costretti a fare – l’uscita di questo numero del giornale . ritardo che i lettori ben comprenderanno e giustificheranno, in considerazione dell’eccezionalità dell’evento.