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SCIACALLAGGIO POLITICO ACCUSARE LE PERSONE PER LE SOLE PARENTELE

Non si comprende perché in Calabria la politica debba scendere ad accuse e polemiche che non hanno nulla a che fare con le persone, la loro storia, le loro condotte, e con quanto hanno o meno seminato nella professione o nel sociale. Un vizietto che è nato nella sinistra ove la linea era: buttiamo fango tanto qualcosa rimane! Oggi, però, tale metodologia, quasi barbarica, ha colpito tutti! E’ vero che nelle liste vi sono persone molto discutibili, ma è anche vero che la mancanza del dovuto filtro punirà chi ha accolto queste persone solo per convenienza numerica del consenso. E, comunque, non possiamo che essere meravigliati, perplessi e non condividere le scelte di alcuni partiti che hanno inteso privilegiare i numeri piuttosto che la qualità. Specialmente dinnanzi al sistema di pesanti collusioni denunciato dalla Procura DDA di Catanzaro con le recenti azioni portate avanti. E dispiace, veramente, per gli attacchi a tante persone come Matteo Salvini, Pippo Callipo, Francesco Aiello, soggetti che, certamente, per la loro storia e percorsi di vita, non meritano certe polemiche ed insinuazioni. D’altro canto, l’attenzione di Pippo Callipo nella predisposizione delle sue liste è sotto gli occhi di tutti. Perché attaccarlo ora? Probabilmente, la politica è caduta tanto in basso che la mediocrità di tanti hanno indotto costoro agli attacchi personali, piuttosto che al confronto dialettico vivo, concreto ed anche aspro, se necessario. Mai alcun dibattito su problemi, necessità, esigenze, progettualità, programmi. Nulla di ciò sembra esistere. Forse perché fa più notizia l’attacco mediatico a tizio o caio, anziché informare i calabresi di quale progettualità si intende affrontare o come si voglia amministrare la Calabria. Ecco lo squallore della odierna politica. Di programmi si parla poco o niente, si affronta il tutto con slogan o polemiche! La mia più sentita solidarietà alle persone che sono state attaccate ingiustamente che devono, assolutamente, andare avanti. Si attacca perché si ha paura dell’avversario o per interessi personali. L’uomo e la persona vanno valutati per quello che hanno fatto o per quello che non hanno fatto nel loro percorso professionale o politico. Le parentele che nascono all’improvviso ed a volte nemmeno esistenti, sono un metodo squallido per attaccare le persone. Specialmente se non sono collegate al nulla. Comprensibile e giusta è la denuncia che vi siano altri elementi che grazie alla parentela possono condizionare l’azione politica. Ma, certamente, solo questa non è sicuramente un elemento per denigrare l’altro. Senza aggiungere che vi sono casi eclatanti che hanno dimostrato la ricerca da parte della ‘ndrangheta di soggetti più che puliti per consentire un appoggio senza problemi. E, quindi, non pare culturalmente, politicamente e giuridicamente corretto operare lo sciacallaggio per accusare ingiustamente chi ha o può avere anche un parente scomodo, dimenticandosi di valutare il percorso di vita incontestabile del soggetto interessato. Per superare questo vezzo del fango tanto qualcosa resta vi è la necessità che la classe dirigente sia matura, preparata e politicamente all’altezza. Altrimenti si fanno danni irreparabili e si consente a tutti di poter operare in modi meschini e inquietanti.
Lì, 12 gennaio 2020.
Giacomo Francesco Saccomanno, avvocato, giornalista, ex Sindaco di Rosarno e Capogruppo Consiliare della Lega