SCANDALO esami all’Università di Messina, 4 arresti
di seguito nota STAMPA DIFFUSA
Nelle prime ore della mattinata odierna, in Messina e provincia e a Desenzano sul Garda (BS), personale in servizio presso il Centro Operativo D.I.A. di Catania, in collaborazione con il Centro Operativo D.I.A. di Milano e la Sezione Operativa D.I.A. di Messina, in esecuzione dell’O.C.C. nr. 4721/12 RGNR DDA – 797/13 R.G. GIP (operazione “Campus”) emessa dal G.I.P. di Messina su richiesta del Procuratore Aggiunto Sebastiano ARDITA e del Sostituto Proc. Liliana TODARO della DDA di MESSINA, diretta dal Procuratore Guido LO FORTE, che ha accolto le risultanze investigative acquisite da questo Centro Operativo, ha tratto in arresto le sotto elencate persone, indagate a vario titolo:
– per il delitto di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso (per MONTAGNESE)finalizzata alla corruzione, al traffico illecito di influenze, al millantato credito, al voto di scambio e ad altri delitti con la pubblica amministrazione:
- MONTAGNESE Domenico Antonio, cl. 1963, pregiudicato, già indagato nell’ambito dell’operazione denominata “Panta Rei” condotta nel contesto delle indagini svolte sull’omicidio del Prof. Matteo BOTTARI;
- CARATOZZOLO Marcello, cl. 1966, docente di Statistica e Matematica presso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Ambientali e Metodologie Quantitative dell’Università degli Studi di Messina;
- GALATI RANDO Santo detto “Dino”, cl. 1956, già Consigliere della Provincia Regionale di Messina, socio accomandante della “Ambulanze Maria SS. s.a.s. di Caliò Carmelo”;
– per il delitto di usura:
- MONTAGNESE Domenico Antonio, cl. 1963;
– per il delitto di tentata estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso:
- MONTAGNESE Domenico Antonio, cl. 1963;
- D’ARRIGO Salvatore, cl. 1954;
– per varie altre condotte variamente configurate e finalizzate a prospettare illecite influenze nel mondo accademico ovvero a realizzare profitti illeciti connessi alla promessa del superamento di esami universitari:
- MONTAGNESE Domenico Antonio, cl. 1963;
- CARATOZZOLO Marcello, cl. 1966;
- GALATI RANDO Santo detto “Dino”, cl. 1956, già Consigliere della Provincia Regionale di Messina, socio accomandante della “Ambulanze Maria SS. s.a.s. di Caliò Carmelo”;
– per il delitto di voto di scambio:
- MONTAGNESE Domenico Antonio, cl. 1963;
- CARATOZZOLO Marcello, cl. 1966;
- GALATI RANDO Santo detto “Dino”, cl. 19.
Sono altresì indagate, in concorso con il citato MONTAGNESE, altre due persone (R.M. di anni 36 e R.P. di anni 35) entrambe sottoposte alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
L’indagine trae origine da un’ipotesi investigativa di condizionamento dell’Università degli Studi di Messina da parte di soggetti riconducibili ad un’organizzazione criminale dedita alla compravendita di esami e titoli di laurea. Le investigazioni sono state avviate nel luglio 2012 in vista degli esami di ammissione alle varie Facoltà universitarie previsti per il successivo settembre, ed hanno consentito di individuare un’organizzazione criminale vera e propria all’ombra della ‘ndrangheta per il tramite del citato MONTAGNESE. Attraverso intecettazioni telefoniche, ambientali e veicolari, nonchè pedinamenti, appostamenti e riprese filmate, la DIA ha documentato in diretta incontri e pagamenti, facendo emergere le attività illecite della consorteria, la pianificazione dei reati, l’organizzazione interna.
Il modus operandi dell’organizzazione criminale, capeggiata e promossa da MONTAGNESE, si è dimostrato connaturato dal metodo mafioso. Esso e’ stato certamente utilizzato in occasione della tentata estorsione commessa – con la prospettazione di gravi ritorsioni e minacce di morte – ai danni di operatori orafi residenti al Nord Italia, in cui è culminata un’usura protrattasi dal 2010 a tassi mensili del 50% dell’importo del prestito concesso.
Significativa è sul punto l’intercettazione ambientale nella quale MONTAGNESE spiega che esistono due metodi, quello del condizionamento violento dei docenti “se tu ti vuoi prendere gli esami senza fare un cazzo.. e..senza problemi, allora bisogna andare praticamente a minacciare…non c’è niente da fare è così…è questo il sistema… quello si caca di sotto … è tutto la il discorso…inc..bisogna andare a minacciare…bisogna andare a minacciare e saperlo fare…perche se no, sei fottuto…” e quello del condizionamento “politico”: “e poi c’e’ il metodo Caratozzolo…. Caratozzolo và..dice: “questo è un amico..un..cosa..vediamo che possiamo fare.. parapì..parapù”, per dire che l’organizzazione può intimidire o condizionare a seconda degli obiettivi utilizzando la ‘ndrangheta o i docenti amici.
Il sistema di “favori” e “intercessioni” presso l’Università di Messina emerso dalle indagini andava dal diffuso malcostume della c.d. raccomandazione all’efficace e grave interferenza sulle commissioni d’esame tanto da alterare risultati dei test di accesso alle Facoltà a numero chiuso e condizionare pesantemente alcune commissioni esaminatrici per le abilitazioni professionali come quelle per la professione di dottore commercialista. In particolare è emerso come gli indagati MONTAGNESE e CARATOZZOLO, dietro compenso economico, offrissero a vario titolo il loro interessamento per il superamento degli ostacoli ad esami ed abilitazioni.
Ma la sistematica operatività del sodalizio è stata apprezzata soprattutto con riferimento all’Ateneo di Messina, rispetto al quale l’organizzazione criminale si è dimostrata in grado di tessere efficaci relazioni e rapporti d’affari con i docenti – quali, appunto, l’indagato CARATOZZOLO – nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l’andamento di esami universitari per interferire sullo svolgimento delle prove preselettive di accesso a Facoltà cc.dd. a numero chiuso, per far conseguire l’abilitazione alle libere professioni, senza che sia mai stata persa di vista e manifestata, con prepotente arroganza, l’origine calabrese dell’indagato MONTAGNESE che ha imposto i propri metodi di intimidazione ed influenza per consentire alla clientela “protetta” richiedente il favore di cui di volta in volta aveva bisogno in cambio di denaro.
Il sodalizio composto dal MONTAGNESE, dal CARATOZZOLO e dal GALATI RANDO si è rivelato di particolare operatività criminale, in una cornice in cui efficace sfondo sono state le relazioni del MONTAGNESE con ambiti criminali di significativa levatura, dati gli effetti determinati, e che rimandano alla regione d’origine del suddetto.
Il consistente e variegato tessuto relazionale nel quale l’organizzazione criminale ha potuto progettare i propri ambiti di operatività è connotato da autorevoli nomi di docenti, che il sodalizio ha ritenuto a disposizione per attuare una vera e propria modalità di azione attraverso i seguenti metodi: “avvicinamento” dei docenti; corruzione anche mediante piccole regalie in grado di “ammorbidire” l’atteggiamento di quei docenti più esigenti ma parimenti sensibili alla “premura”; minaccia dei docenti, conseguendo l’effetto di una vera e propria intimidazione in grado di garantire il risultato finale del superamento dell’esame, qualora le condizioni (i rapporti con il docente interessato, ovvero la scarsa preparazione del candidato) non consentissero di procedere mediante un più cauto “avvicinamento” e suggerissero un’azione decisa e risolutoria.
Le attività illecite registrate nel corso delle numerosissime intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno consentito all’organizzazione criminale di estendere una pervasiva forma di controllo sul territorio attraverso il consenso conseguito dai giovani studenti alla ricerca dei risultati sperati, con il conseguimento di consistenti ed indebiti vantaggi patrimoniali.
In tale cornice si inserisce il reciproco scambio di favori tra sodali, culminato – con riferimento al voto di scambio – nel sostegno politico offerto dall’organizzazione criminale al GALATI RANDO in occasione della sua candidatura alle elezioni regionali del 28.10.2012 attraverso un sistema in cui sono state barattate preferenze elettorali con idoneità scolastiche garantite attraverso le scuole private già riconducibili allo stesso GALATI RANDO ed ora ai suoi congiunti.
Nel contesto dell’operazione è stato rinvenuto materiale di interesse investigativo al vaglio dell’Autorità Giudiziaria. In costanza di indagini è stata altresì riscontrata l’esatta corrispondenza delle somme pagate a titolo di prezzo per i “favori” richiesti con le somme rinvenute nella disponibilità del MONTAGNESE, delle quali spesso veniva consegnato un preliminare acconto con successivo saldo a prestazione ottenuta.
Gli arrestati MONTAGNESE e D’ARRIGO sono stati rispettivamente associati presso le Case Circondariali di Messina Gazzi e Brescia. I rimanenti arrestati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.