Rao su crisi comparto agricolo reggino e disinteresse Regione Calabria
Mentre si destinano milioni di Euro per la crisi delle pesche e delle nettarine della Piana di Sibari, intanto che vengono predisposti – attraverso forme di anticipazione – interventi a sostegno degli agricoltori crotonesi nella immediatezza degli eventi alluvionali di qualche mese addietro e, soprattutto, nel frattempo che la Regione Calabria utilizza le risorse del Psr Calabria 2007-2013 relative alla Misura della calamità naturale per sostenere addirittura gli agricoltori dell’Emilia Romagna per il terremoto di qualche anno addietro, rispetto alla fortissima crisi in cui versa il comparto agricolo della Provincia di Reggio Calabria la Regione Calabria come si preoccupa? Tace e fa orecchie da mercante.
Non è più accettabile tale atteggiamento di indifferenza. Vado denunciando da tempo il gravissimo stato di crisi, aggravato vieppiù dai danni da cenere vulcanica proveniente dall’Etna – sottolinea Rao – che hanno determinato ripercussioni estremamente negative su tutta la filiera produttiva. Ho ricevuto segnalazioni da parte di imprenditori singoli ed associati, ho vissuto da vicino l’affanno e la difficoltà di molti operatori della filiera che in conseguenza di questa gravissima calamità hanno visto andare in fumo le prospettive di guadagno e sviluppo. Ho condiviso con le Organizzazioni Agricole provinciali tale situazione di difficoltà e mi aspetto da loro una maggiore capacità di rivendicazione delle istanze degli agricoltori.
Ho scritto al Ministro dell’Agricoltura, al Presidente Scopelliti ed all’Assessore Trematerra chiedendo un incontro e non ricevendo alcuna risposta. Per la verità – aggiunge Rao – il Dipartimento regionale ha formalizzato sterili e burocratiche “cinque righe” in cui manifesta la non attivabilità delle procedure di accesso al Fondo di Solidarietà nazionale in Agricoltura. Abbiamo scoperto l’acqua calda!
Sono tentato di inviare a tutti gli agricoltori della Piana di Rosarno queste cinque righe e fare vedere loro l’attenzione che l’Istituzione regionale è stata in grado di prestare rispetto allo stato di crisi. C’è una indifferenza e superficialità della intera classe politica regionale che sta mortificando oltremodo la storia dell’imprenditoria agricola della intera Piana di Rosarno. C’è una classe politica regionale che considera il territorio della provincia di Reggio Calabria come un territorio da serie B.
A meno che, come pure qualcuno comincia a sussurrare, non ci sia la deliberata e chiara volontà di uccidere definitivamente l’agricoltura reggina, in particolare quella della Piana di Rosarno, a vantaggio di altre aree della Calabria, per esempio la Piana di Sibari. Sarebbe una operazione “mefistelica” di cui Scopelliti e Trematerra porterebbero in pieno la responsabilità morale.
A Scopelliti dico di raccogliere questo grido di dolore degli agricoltori reggini e di farsene interprete sia sui tavoli regionali che in quelli nazionali. Provi a sussurrare, magari negli incontri romani del suo nuovo partito, al Ministro De Girolamo che c’è un pezzo di Calabria a forte vocazione agricola che si trova in grossa difficoltà e che ha bisogno di sostegno e di attenzione. Sarebbe un primo passo. Almeno non ci sentiremmo così soli ed abbandonati.