Polistena, presentato il libro il Segreto delle Pietre di Caterina Sorbara
Il segreto delle Pietre per i tipi Città del Sole Edizioni è la sesta fatica letteraria della Scrittrice Caterina Sorbara, nonché nostra collaboratrice.
Nell’opera la Sorbara ripercorrere la vita di una giovane donna, Ester Maria Orsi, stilista newyorkese,figlia di emigrati calabresi.
Una donna di successo,affermata, apparentemente destinata ad amori impossibili,dopo il lavoro e le sfilate,l’unica sua fedele compagna è la solitudine.
Una solitudine che la porta alla ricerca di sé stessa e delle proprie origini.
La storia abbraccia epoche diverse e diverse location : New York, Vancouver, il Quebec, la Piana di Gioia Tauro, Locri e infine Crotone.
Sullo sfondo il fumo dei piroscafi e il dramma dell’emigrazione italiana.
Paesi della Calabria che si svuotavano, affetti abbandonati, il dramma dell’addio al focolare e poi l’arrivo “a Merica”, i sacrifici,le umiliazioni, una nuova vita, migliore, dove tutto cambia, persino il Natale.
Non più il profumo del muschio raccolto negli uliveti pianigiani, né il sapore delle zeppole ma il tacchino ripieno, con contorno di patate e salsa di mirtilli e in seguito le luci del Rockefeller Center.
Nonostante tutto “a Merica”, non lenisce la nostalgia delle origini; tutto rimane nascosto nel profondo del cuore:gli uliveti, le tradizioni, le feste, le credenze popolari,i profumi, i sapori.
Anche a Vancover la nonna “toglieva il malocchio”.
Ester grazie all’aiuto del dott. Enzo Zirino che,attraverso sedute di ipnosi l’aiuta a ripercorre un viaggio a ritroso nel tempo nella terra natia dei genitori.
Ed ecco la Piana di Gioia Tauro tra la fine del il 1700 e il 1800, quando gli amalfiani e i genovesi si trasferirono nella Piana,attratti dal fiorente commercio.
Era un via vai continuo di merci che giungevano a gioia su grandi velieri, per poi venire scaricati nei silos costruiti alla marina.
I commercianti acquistavano per proprio conto o per quello dei commercianti della Piana. I frutti della terra,soprattutto olio,vino e grano, giungevano sulla costa gioiese trasportati su robusti muli per poi essere conservati in grandi botti che, accuratamente chiuse,venivano caricate su bastimenti.
Le mete di quei velieri erano Messina,Marsiglia,Nizza ma anche Russia e Inghilterra.Il commercio con gioia rivestiva una grande importanza economica,tanto da indurre molti paesi ad aprire sedi consolari nella cittadina tirrenica.
Stati Uniti,Inghilterra,Brasile,Svezia,Spagna,Norvegia, Francia e Germania avevano propri rappresentanti dislocati a Gioia Tauro.
E poi ancora indietro a Locri Ephizefiri ,importante e incantevole colonia greca, il culto per la dea Afrodite,le pinakes,bellissime tavolette votive.
I tramonti e le albe sul Mar Ionio.
La magia di Palazzo Capogreco a Contrada Moschetta, dove ancora di notte si odono in lontananza gli inni ad Afrodite e alle nari arriva prepotente un dolce profumo che sa d’Incenso, di rose,di mirto,di ginestra, di oleandro, di mare, di eternità.
Subito dopo Crotone , il culto Hera, la più grande tra tutti gli dei,la dea per eccellenza, sorella e moglie di Xeus e madre di altri dei come Ares,Hebe,Prometeo,Hekate, Ephaistos.
Il tempio di Hera a Crotone era il Santuario principale della polis crotonese.
Precisamente era il luogo di culto a cui faceva riferimento la maggior parte delle polis della Magna Grecia.luogo di culto a cui faceva riferimento
Ma al di sopra di tutto l’Amore,questa alchemica parola,senza la quale non avrebbe senso vivere.
Ester,Violetta e Nemerte, amano al di sopra di tutto e tutti, donne determinate e passionali.
Donne che amano fino e oltre la morte.
Un amore che nel libro attraversa gli oceani del tempo senza mai mutare o venire meno.
Nel libro si evince,l’amore e il senso di appartenenza che la scrittrice sente per la Calabria, in particolare per la Piana di Gioia Tauro .
Una Calabria che la scrittrice definisce: ”maledettamente bella e maledettamente ricca di contraddizioni, dove le parole molte volte non servono,basta uno sguardo,diretto e sincero,e non servono i ruoli sociali,la “posizione” a misurare il grado di un uomo.Una terra fiera e selvaggia,capace di darti molto amore molto dolore al tempo stesso, che porti impressa nell’anima,fin dalla nascita,scolpita nel fuoco della saggezza millenaria delle sue montagne,nell’incanto delle sue albe e dei suoi tramonti,nella freschezza delle sue acque”.
Il libro della Sorbara è stato presentato l’altra sera a Polistena nell’incantevole location del giardino del bar Sirò nell’ambito del progetto “I giardini di inchiostro” fortemente voluto e organizzato dalla scrittrice Simona Mileto di “Arte che parla” e Amalia Papasidero dell’ agenzia letteraria e di promozione culturale Scrittura&dintorni e dalla Pasticceria Gelateria Sirò di Polistena, in collaborazione con l’APGA (Associazione Pasticceri Gelatai Artigiani), presieduta da Salvatore Ravese.
Obiettivo dell’evento è quello di raccontare la cultura attraverso le varie forme d’arte e avvicinare sempre di più il mondo dei libri a tutti.
Dopo i saluti di Marcello Sirò, hanno dialogato con l’autrice Simona Mileto e Amalia Papasidero.
Le letture sono state curate da Rosaria Tropepe.
Il prossimo appuntamento dei “giardini di inchiostro” si terrà il 28 giugno e avrà come protagonista Andrea Muratore con la sua opera dal titolo:”L’arma più forte”.