• Home »
  • News »
  • Palmi, ora per la politica c’è il manuale di Antonio Scuticchio

Palmi, ora per la politica c’è il manuale di Antonio Scuticchio

 

Dopo il benvenuto di Rocco Deodato, che ha inteso 500 Regole un libro perfettamente in sintonia con l’operato della Pro Loco, perché utile ai cittadini per comprendere cosa è successo in passato e cosa potrebbe accadere nel futuro, il sindaco Giovanni Barone ha chiarito come l’opera di Antonio Scuticchio non vada soltanto letta ma soprattutto studiata, perché ricca di citazioni e commenti con i quali è possibile rispolverare la storia politica occidentale. La scelta stilistica, ha continuato il sindaco, ha il pregio di stimolare nei giovani la conoscenza della politica e delle sue regole, generalmente tramandate oralmente dagli addetti ai lavori, e consente quindi, in un momento di estremo bisogno della politica, di evitare lo scadimento in demagogia, populismo e frasi fatte che nulla aiutano i cittadini. La politica dovrebbe anzi essere studiata a scuola per legge per fornire ai giovani quegli strumenti e quelle esperienze necessarie per diventare buoni cittadini.

Rocco Militano ha considerato 500 Regole un’opera utile per la formazione culturale della cittadinanza, perché nata da un imponente lavoro di ricerca svolto dall’autore per informare e far conoscere la politica non soltanto con i personaggi politici della storia ma anche con altre discipline come la letteratura, il cinema, la musica, le quali consentono di rispolverare le conoscenze acquisite.

Il filosofo Gianfranco Cordì ha apprezzato il tentativo dell’autore di dare regole a un magma che apparentemente non ne ha, in quanto soggetto a trasformazione continua e ha ricordato come la politica non sia altro che l’arte del nocchiero di cui parla Platone. Governare una città è simile al governo di una barca, sulla quale il nocchiero, in balia delle onde, propone le regole della navigazione. Tale arte, ha continuato Gianfranco Cordì, con il crollo degli Stati-nazione e l’avvento della globalizzazione, della rete, del digitale, è diventata sempre più difficile, in quanto accadono fenomeni che, pur provenendo da un territorio ben definito, ne oltrepassano i limiti raggiungendo qualsiasi punto del pianeta. La politica si mostra attualmente come il governo dei bit, cioè come il tentativo di dare forma e regola a quei fenomeni amorfi e fugaci nella/della rete, e quindi anche come il tentativo di governare una serie di stati d’eccezione. Citando celebri massime e sentenze dei pensatori che hanno segnato la storia della filosofia, Gianfranco Cordì ha considerato le 500 Regole come quei cinquecento passi utili per comprendere che se la politica ha delle regole allora può  manifestarsi come un rimedio nel governare la città, se invece ne è priva, allora le è nociva, la avvelena.

Dopo la spiegazione della genesi dell’opera da parte dell’editore Salvatore Bellantone, l’autore, Antonio Scuticchio, ha chiarito come 500 Regole sia il tentativo di colmare quel distacco tra i cittadini e la politica che cresce giorno per giorno. La gente non sa come avvicinarsi, come intromettersi nel gioco della politica e non sa come la politica possa davvero cambiare le nostre vite. In questo periodo è di moda l’antipolitica, ma a ben vedere non è altro che una forma altra di politica, un modo per sostituirsi alla classe politica che c’è. Forse quest’ultima merita di essere sostituita forse merita di essere affiancata da una nuova classe politica ma questo accostamento non è possibile se non c’è nessuno che insegna la politica e nessuno che vuole comprenderla e, quindi, partecipare alla politica. Senza la partecipazione, ha continuato Antonio Scuticchio, viene meno la democrazia e si allontana sempre più il problema della redistribuzione delle risorse. Un libro non basta certamente ma è soltanto un modo per sollecitare la partecipazione dei giovani a prendere il proprio futuro tra le mani.

È stata, in definitiva, una serata che ha destato molto interesse e fornito numerosi spunti di riflessione, sull’urgenza della formazione di una nuova classe dirigente con lo studio della storia politica occidentale, che prenda le redini del proprio destino e di quello del nostro paese.