Nella guerra tra i potenti e i deboli vince la verita’ che nutre i sogni-Mariella Russo si racconta
La Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nelle persone dei PM Gerardo Dominijanni e Sara Amerio, istruiva un procedimento penale nei confronti della Preside Russo in seguito ad una manifestazione tenutasi presso l’Auditorium del Piria , per un presunto illecito utilizzo per finalità private della struttura scolastica in quanto,nell’ambito di una lezione-spettacolo,dove peraltro aveva elogiato il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine con cui aveva condiviso circa un trentennio di attività formative,avrebbe esternato ai suoi studenti ,ai docenti,alle autorità presenti ,anche attraverso la pubblicizzazione di atti ,la sua totale estraneità alle vicende relative al caso Musella,sostenedo,altresì,che poiché aleggiava l’ombre del dubbio sulla correttezza del suo operato,non vi erano più le condizioni per continuare a gestire i terreni confiscati alla criminalità organizzata e affidati al Piria,raccogliendo l’approvazione degli organi collegiali e restituendo gli stessi allo Stato.Ciò aveva esagitato anche il Garante Antonio Marziale poi ricredutosi in seguito ad un cordiale incontro presso il Piria, scatenato un Killeraggio mediatico,anche sui media nazionali, con commenti inopportuni mezzo Facebook.
La preside,pertanto, trasmetteva,per tramite dei suoi legali,avv.Giacomo Francesco Saccomanno e avv. Sergio Talarico, due esposti-denuncia al CSM, alla Procura di Catanzaro e a tutte le Autorità competenti per una serie di “anomalie procedimentali” ed un’articolata richiesta alla Procura Generale per la determinazione della competenza territoriale,che evidenziando come “una simile contestazione si rilevasse solo nella prospettazione dei PM,disponeva l’immediata trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Palmi, che nella persona del PM Dott. Daniele Scarpino e del Gip,dott.ssa Barbara Borelli, per infondatezza della notizia di reato,così archiviava “Non può essere sottaciuto che la Russo si è sempre distinta per l’impegno profuso per la diffusione della cultura della legalità tra gli studenti e,pertanto l’interesse a chiarire la propria posizione appariva funzionale non solo e non tanto alla tutela della propria immagine,quanto piuttosto alla esigenza di non vanificare i risultati di crescita culturale e di fiducia nelle istituzioni nelle giovani generazioni che l’intensa attività formativa e pedagogica aveva significativamente sviluppato. Appare chiaro ,alla luce del ruolo istituzionale rivestito dalla Russo,la sussistenza certamente di un interesse pubblico a comprendere i reali termini della vicenda relativa al suo presunto coinvolgimento nel procedimento Musella.
“A miei giovani,ha commentato la Russo,a volte scoraggiati continuo a dire di credere nella giustizia che è lenta ma inesorabile ,stimolandoli a denunciare qualunque forma di discriminazione e marginalità sociale, di violenza, sostenendo la costruzione del senso dello Stato e creando,altresì,anche attraverso l’esempio e il ricordo di coloro che hanno avuto il coraggio della scelta, le condizioni per un radicale cambiamento culturale al fine di promuovere una reale percezione positiva delle istituzioni garanti dei diritti dei cittadini e della legalità,nella consapevolezza che c’è sempre un giudice a Berlino e che l’esistenza di ciascuno acquisterà un senso conforme alla scelta operata. “