Lotta contro i tumori, la lettera ai sindaci di “Marisa Lavorato”
Tra questi riteniamo che proprio voi Sindaci, in quanto prime autorità sanitarie del
territorio che amministrate, dobbiate svolgere un’azione fondamentale nella difesa
del vostro/nostro territorio e per la salute della comunità.
Fatta questa doverosa premessa, e tornando ai contenuti del convegno cercheremo
di sintetizzare quali sono gli ambiti sui quali i relatori hanno posto la propria
attenzione e verso i quali bisogna esplicare gli interventi di cui sopra.
Inquinamento del suolo
Dalla relazione del Procuratore Federico Cafiero De Raho è emerso in maniera
incontrovertibile che il traffico dei rifiuti tossici e nocivi è diventato uno dei filoni più
redditizi della criminalità organizzata al punto da superare quello legato al traffico di
droga. In questo bisogna dare atto che la magistratura svolge una rilevante azione di
contrasto così come è vero che la lotta deve essere indirizzata sul piano della
prevenzione e del controllo del territorio, incoraggiando i cittadini a denunciare
tutte le situazioni sospette di cui dovessero essere testimoni. Questo perché, come
nel caso della vicenda Schiavone, quando la verità viene a galla e la giustizia riesce a
colpire i responsabili, il danno è ormai irrimediabilmente avvenuto e molte vite
umane sono state nel frattempo sacrificate per effetto di una criminalità cieca e
cinica che arriva ad avvelenare la stessa terra dove vivono le loro stesse famiglie.
Purtroppo gli avvelenatori non sono stati soltanto i professionisti del crimine, ma
addirittura aziende in cui era presente lo Stato. E i casi della discarica Tranquilla di
San Calogero e il disastro ambientale di Crotone, ampiamente citati dai cittadini
intervenuti nel dibattito, ne sono solo gli esempi più eclatanti ed odiosi.
A fronte di tali terribili emergenze, l’ex assessore all’ambiente, prof. Silvio Greco, ha
denunciato, da un lato, i colpevoli depistaggi come nel caso delle “navi dei veleni” o
i ritardi nella gestione del ciclo dei rifiuti, che vede la nostra regione in perenne
emergenza, malgrado i sedici anni di Commissariamento e, dall’altro, il mancato
utilizzo dei fondi stanziati dal suo ufficio per la bonifica dei siti inquinati, con
motivazioni che appaiono oggettivamente irricevibili . Inquinamento dell’aria
Anche in questo campo è emersa la necessità che vada assolutamente attivato da
parte dell’Arpacal – e secondo la mappatura che sarebbe stata predisposta dalla
nostra Regione – il necessario monitoraggio di questo elemento vitale
(ottemperando alle normative vigenti, in primis il d.lgs. 152/2006) che invece
vengono purtroppo disattese. Ciò, aggiungiamo noi, appare ancora più urgente in
presenza di un inceneritore che impatta pesantemente su tutti e tre i territori da voi
amministrati, con emissione di polveri ultrasottili contenenti metalli pesanti, nonché
di diossine, furani ecc. che i “Medici per l’Ambiente” dell’associazione ISDE mettono
ai primi posti tra le cause della genesi di molti tumori. Tali preoccupazioni sono
ulteriormente aggravate dalla circostanza che la società francese TEC – VEOLIA ha
rinunciato già da qualche tempo alla gestione dell’impianto e, di recente, gli stessi
operai hanno denunciato gravi carenze nella sua manutenzione. Infine nel convegno
è stata evidenziata l’urgenza di procedere alla bonifica dell’amianto ampiamente
diffuso nella nostra regione e nei nostri abitati. Ne è un esempio il quartiere Fera del
comune di Rosarno, oggetto peraltro nel 2013 di uno studio sulle matrici ambientali
da parte ARPACAL, che ha rilevato la presenza di ben 6.000 mq. di tetti con
coperture costituite da pericolose lastre di eternit. Per questo e per tutti gli altri casi
simili, la nostra richiesta è che vengano osservate le raccomandazioni dell’Azienda
regionale: messa in atto di un programma di controllo e manutenzione, restauro
delle lastre danneggiate in attesa loro completa bonifica (incapsulandole o
trattandole con le apposite vernici presenti sul mercato), smaltimento di quelle
abbandonate come rifiuto. Se per la bonifica completa sarà necessario un corposo
piano di incentivi, non vi è alcun impedimento affinché si proceda da subito alle
altre operazioni avvalendosi di apposite ordinanze.
Anche per quanto riguarda il radon, gas naturale emesso dal sottosuolo, molto
infido e pericoloso perché cancerogeno, l’Arpacal ha comunicato che inizierà una
campagna di rilevamento così come per il monitoraggio della qualità dell’aria, sulla base di una mappatura predisposta dalla Regione. Contiamo che ciò avvenga il
prima possibile anche per recuperare il clima di fiducia nell’agenzia regionale che
molti dei cittadini intervenuti nel dibattito, con interventi alquanto accesi, hanno
messo in discussione.
Inquinamento delle acque
La dottoressa Sabrina Santagati, direttrice generale dell’Arpacal, ha ricordato nel
suo intervento la campagna “SOS mare”, organizzata in collaborazione con le
Capitanerie di Porto e che ha raccolto nell’estate trascorsa le innumerevoli
segnalazioni dei cittadini che denunciavano la presenza di aree di inquinamento
marino. Purtroppo tale tipo di azioni, come è stato rilevato da alcuni movimenti
ambientalisti nel corso dei lavori, non può bastare fino a quando resterà inapplicato
il Piano di Tutela delle Acque (adottato nel 2005 e non ancora approvato) e non
verranno sistematicamente condotti i controlli sugli scarichi dei depuratori , controlli
ai quali l’Arpacal non può procedere in mancanza delle richieste da parte delle
competenti amministrazioni provinciali. Anche in questo caso l’attenzione va
soprattutto indirizzata al mega-depuratore di Gioia Tauro, che tratta oltre ai reflui di
molti comuni del circondario, tutto il percolato della Sicilia. Le proteste di molti
cittadini riuniti in associazioni, che manifestano da tempo per i forti disagi connessi
all’inquinamento del proprio ambiente di vita, tra cui i cattivi odori che li affliggono
quotidianamente, è un chiaro segnale che l’impianto presenta preoccupanti
anomalie nel suo funzionamento.
Un monitoraggio più puntuale andrebbe infine eseguito su tutte le acque destinate
alla potabilità, con l’analisi di tutti i parametri previsti dal d.lgs. 31/2001. A questo
proposito, è stato citato il caso emblematico dell’Alaco, che eroga l’acqua
dell’omonimo bacino artificiale anche a diversi comuni della provincia reggina e che
ha visto la Procura di Vibo Valentia mettere sotto indagine 27 amministratori ed il
sequestro di 57 impianti con ipotesi di reato gravissime come quello di
avvelenamento di acque destinate al consumo umano. L’indagine dovrebbe essere
chiusa in queste settimane, ma già i dati resi pubblici con l’ordinanza di sequestro hanno sollevato comprensibile preoccupazione nelle comunità ricadenti nel bacino
di utenza che – è stato detto – continuano a ricevere spesso nelle proprie case acqua
marrone e maleodorante.
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Concludendo, tutti i contributi di questo secondo, importante e partecipato incontro
nel nome e nel ricordo di Marisa Lavorato, hanno avuto il comune obiettivo di
lanciare un appello, per molti aspetti drammatico, perché si dia corso
congiuntamente – e possibilmente creando un’unica cabina di regia – a tutte le
necessarie azioni atte ad evitare che il degrado ambientale continui a mietere
vittime in una regione che non ha neppure la contropartita – pur sempre
inaccettabile – di avere un apparato industriale al pari del centro-nord. Il dato
fornito dal dr. Emanuele Crocetti, responsabile dell’AIRTUM (Associazione italiana
del registro tumori), secondo il quale la forbice relativa all’incidenza delle neoplasie
si va sempre più restringendo tra nord e sud, indica che l’aumento costante di
tumori nel meridione non può che essere imputato alle cause ambientali sopra
indicate.
E’ quindi urgente che non si perda più tempo nell’avvio del registro tumori in tutto il
territorio regionale dando attuazione alla recente risoluzione della terza e quarta
commissione regionale. In questa direzione è stata molto importante la presenza dei
Consiglieri Pacenza e Giordano – che di tali commissioni sono stati il Presidente ed
uno dei componenti – che hanno ribadito, insieme al Dirigente dr. Giacomino
Brancati, il loro massimo impegno su tale fronte. Così come si è preso atto con
piacere, dell’impegno pubblicamente assunto dal Presidente della Provincia dott.
Giuseppe Raffa, condiviso dall’Ass. Giovanni Arruzzolo – presenti all’incontro – che si
darà avvio all’indagine su nove siti fortemente sospetti, tra cui la discarica
“Zimbario” di Rosarno per tanti anni incontrollata, Area Industriale e Portuale di San
Ferdinando, la galleria della Limina, oggetto di recente attenzione anche sui media
nazionali, per l’elevato livello di radioattività in essa rilevato. Ma – è stato sollecitato da tutti – si dia anche avvio alle necessarie indagini
epidemiologiche nei territori dove l’allarme per l’incidenza di tumori è massimo e,
soprattutto, si proceda ad eliminare le cause di essi, in parte mettendo mano
rapidamente alle necessarie bonifiche ed in parte indagando, con la collaborazione
dei cittadini, per portare alla luce depositi nascosti di rifiuti tossici e nocivi. Di fronte
ad una situazione che diventa sempre più drammatica, va più che mai raccolto il
monito forte lanciato nell’incontro dal vescovo Mons. Milito a “non girarsi dall’altra
parte”. E voi Sindaci dovete essere in prima fila in questa battaglia da combattere a
viso aperto con e per le vostre comunità.
L’associazione “Lotta contro i tumori –Marisa Lavorato” continuerà da parte sua a
dare la massima collaborazione, avendo di tale battaglia fatto la principale ragione
di esistenza.
Associazione di volontariato
“Lotta contro i tumori MARISA LAVORATO”
(F.to il portavoce dott. Raffaele Lavorato)