La Piana: una grande città senza campanilismi o contrapposizioni
Una comunità cresce, sia economicamente che socialmente, se può mettere a disposizione dei propri cittadini servizi e occasioni di sviluppo. Ed allora bisogna plaudire quando alle parole seguono i fatti e si consente alle popolazioni di avere dei ritorni positivi. La polemica sulla creazione dello sportello del Centro per l’Impiego a Rosarno appare, veramente, fuori luogo e lontana anni luce dalle esigenze del territorio e dei cittadini. La crisi occupazionale ed economica ha distrutto l’area della Piana e la gente è, veramente, disperata: dinanzi a questo scenario devastante chi opera per il bene comune dovrebbe essere felice se qualcosa viene realizzato anche se a distanza di qualche chilometro, specialmente quando è diretto a garantire maggiormente i cittadini e senza nulla togliere alle Città limitrofe. D’altro canto, appare antico e superato il ragionamento delle comunità divise ed in contrasto perenne tra loro: questa politica ha sempre maggiormente impoverito la Piana che non solo non è riuscita ad essere adeguatamente rappresentata a livello regionale e nazionale, ma non è riuscita a far valere i propri diritti, in conseguenza, appunto, delle inutili divisioni. Oggi, questo modo di ragionare non ha alcuna valenza, specialmente quando si assiste alla eliminazione delle province, alla creazione della Città Metropolitana, al pensiero rivolto alle macroregioni, alla necessità di creare unione di comuni per diminuire i costi e fornire maggiori ed efficaci ed efficienti servizi. La Piana ha bisogno non di divisioni inutili, ma di un momento importante di unione che consenta di discutere tutti assieme su importanti problemi che non hanno nè colore politico e nè separazione territoriale. Il lavoro, l’occupazione, l’ambiente, la sanità, l’agricoltura, le infrastrutture, lo sviluppo, la crescita, l’economia, non hanno colori e devono essere discusse dalle comunità nell’interesse esclusivo di tutto il territorio e senza alcun campanilismo o separazione. E su questo, grande merito ai sindaci interessati della indicazione della terna per la nomina del Presidente dell’Autorità Portuale che hanno rimarcato in un documento la estrema necessità che vi sia in tali scelte la rappresentanza del territorio e la massima professionalità. Un modo per rivendicare una reale e comprovata meritocrazia che passi attraverso una dovuta ed indispensabile partecipazione di chi ha nel cuore il proprio territorio ed abbia la capacità di poter affrontare i problemi e, se possibili, risolverli. La vicenda dell’Autorità Portuale è lo specchio del degrado esistente: anni di gestione da parte di soggetti calati dall’alto, spesso incompetenti e lontani dai problemi, non appartenenti al territorio e che hanno utilizzato la carica solamente ed esclusivamente per fini personali, lasciando uno sfacelo ed un disastro che è sotto gli occhi di tutti. Questa politica non può continuare e la gente fa bene a non partecipare alle competizioni elettorali. Un astensionismo di protesta che dovrebbe far riflettere tutti. Ed allora un appello sincero: lavoriamo per il bene comune, pensando ad una grande Città della Piana che possa, veramente, far crescere il territorio, che possa offrire servizi e occupazione, che possa agevolare le iniziative imprenditoriali e culturali. Tutti uniti e tutti per il bene dei cittadini. Liberiamoci dalle appartenenze partitiche quando queste servono solamente a dividere e a non offrire momenti di crescita. Pensiamo ai nostri figli ed alla necessità di dare loro la speranza e la possibilità di rimanere nella propria terra per contribuire alla crescita ed allo sviluppo. Non assistiamo inermi alla fuga dei cervelli e dei nostri cari, per difendere postazioni inesistenti in nome di un campanilismo che non può più esistere in questa era di modernità.