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Infantino: la società civile sostenga chi ha collaborato contro i Gallico

Infatti, se qualcuno avesse immaginato che, dopo le pesanti condanne inflitte dai giudici nel processo “Cosa Mia”, che ha di fatto decimato una delle più potenti e agguerrite cosche della Piana di Gioia Tauro, la città di Palmi fosse stata definitivamente liberata dalla presenza asfissiante della ‘ndrangheta evidentemente ha fatto male i conti. La dura realtà emersa dall’inchiesta della magistratura ci deve mettere tutti nelle condizioni a non abbassare il livello di guardia e di attenzione contro questo cancro della società.

Per questo bisogna esprimere sentimenti di gratitudine e ringraziamento all’imprenditore edile, al commerciante e al rappresentante di prodotti alimentari i quali, come emerge dall’inchiesta, avrebbero subito minacce e soprusi per non essersi piegati alle pressanti richieste di denaro finendo così per denunciare i loro “aguzzini”.

La società palmese, che nella stragrande maggioranza è fatta da persone perbene, adesso non può girarsi dall’altra parte e sostenere che questo problema non lo riguarda.

La necessità di vivere in un ambiente ripulito dal condizionamento della ‘ndrangheta è una battaglia di vitale importanza se vogliamo che Palmi abbia un futuro migliore.

Sostenere dunque le forze dell’ordine, la magistratura e soprattutto quei cittadini che decidono di collaborare è un nostro preciso dovere morale.

Per questo è necessario che tutti assieme, la società civile, le associazioni, la chiesa, le forze politiche e sociali ed infine l’amministrazione comunale, ci stringiamo attorno a quei cittadini che, con la denuncia, hanno dimostrato fiducia negli organi inquirenti e quindi nello stato.

Mi aspetto, infine,  che la Giunta Comunale dichiari sin da subito la costituzione di parte civile  qualora questa inchiesta dovesse giungere a processo.