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Il Piria di Rosarno all’inaugurazione dell’anno scolastico a Napoli

IMG-20150928-WA0000Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 28 settembre, ha lanciato un fondamentale appello alla giustizia ai giovani di Napoli e di tutta Italia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico a Ponticelli, un quartiere della periferia napoletana.

“La scuola rende liberi. Andate a scuola, andateci, non ne fuggite. Non fatevi vincere dalla sfiducia” ha spiegato il Capo dello Stato ricordando che la Scuola è uno strumento straordinario di crescita personale e collettiva per sua stessa ragione costitutiva.

Un discorso di forte efficacia ed intensità emotiva, svolto davanti ad una platea di rappresentanti del mondo della scuola e tra le Autorità Adriana Musella,Presidente dell’Associazione Nazionale Antimafia Riferimenti e la Preside Mariarosaria Russo nella duplice veste di Coordinatrice nazionale del settore scuola dell’Associazione Riferimenti e vicepresidente della stessa nonché in qualità di Preside dell’Istituto Piria di Rosarno,Scuola Capofila del Progetto Gerbera Gialla, polo di eccellenza per le molteplici attività formative e riconosciuto presidio di legalità a livello nazionale ed internazionale tanto da attirare più volte l’attenzione della Rai e delle tv nazionali francesi e tedesche.

Favorire il dialogo tra i cittadini e tutte le realtà che compongono il mondo della Giustizia è stato il principio ispiratore del Progetto formativo dell’Istituto,ha dichiarato la preside Russo intrattenendosi per qualche minuto con il Presidente Mattarella. Un vero e proprio esercizio di democrazia e partecipazione attiva, rivolto soprattutto ai giovani per infondere loro la cultura della legalità, avvicinarli al variegato mondo degli operatori di giustizia e favorire una riflessione condivisa sul valore dei diritti e dei doveri, sulla responsabilità che deriva dai loro pensieri e comportamenti individuali, consentendo ai giovani studenti,perfettamente in linea con il pensiero espresso dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini durante il suo intervento, di sperimentare la giustizia come fucina di idee, come partecipazione e condivisione di una nuova democrazia culturale che deve porsi all’origine del cambiamento, quale nuovo strumento di coesione sociale.