il Consigliere regionale Giuseppe Pedà in visita al “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena
Oggetto: il Consigliere regionale Giuseppe Pedà in visita al “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena: “bene le nuove assunzioni ma occorre trovare soluzioni nell’immediato per scongiurare la chiusura non solo di Pediatria ma anche dell’unico punto nascite dell’area tirrenica reggina. Gravi criticità in Psichiatria, a rischio anche Chirurgia e, a Gioia Tauro, il reparto di Medicina. Bisogna scongiurarlo potenziando subito le strutture che abbiamo, una follia aspettare che inizino i lavori del nuovo ospedale, nel 2020 …”.
“Ben vengano le nuove procedure concorsuali che con l’assunzione di 65 nuovi dirigenti medici daranno un po’ di ossigeno agli ospedali Spoke e generali dell’Asp di Reggio Calabria –così come aveva già anticipato il Commissario ad Acta per la Sanità in Calabria, gen. Saverio Cotticelli che ringrazio per l’impegno quotidianamente profuso- ma il problema nell’immediato è trovare i pediatri non solo per garantire il servizio di assistenza medica all’utenza infantile ma anche per scongiurare la chiusura dell’unico punto neonatale in provincia; risolvere al più presto le gravi criticità del reparto di Psichiatria dove mancano addirittura 3 unità, con il rischio concreto che, dalla prossima settimana, non si potranno più accettare ricoveri; organizzare la pianta organica di Medicina a Gioia Tauro per evitare che a breve si debba cessare l’attività; sempre a Gioia, riaprire Chirurgia in day surgery, così come promesso, per decongestionare Polistena e, infine, fare in modo che gli ospedali di Oppido e Taurianova possano interagire con la rete territoriale, in attesa del nuovo ospedale della Piana i cui lavori, comunque, lo ribadisco, non potranno iniziare prima dell’estate del 2020”. Sono queste le considerazioni del Consigliere regionale Giuseppe Pedà, ieri mattina in visita al “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena, in qualità di Consigliere regionale e componente la Commissione Sanità, per rendersi conto di persona delle problematiche che attanagliano i diversi reparti. Oltre che in Pediatria, sono state riscontrare situazioni al limite, per ciò che concerne la carenza di personale, anche in Psichiatria, Chirurgia e Laboratorio analisi. Psichiatria, unico punto nella Piana, può contare su 6 posti letto più uno per le urgenze. Fino a due anni addietro vi lavoravano 6 medici più il responsabile: “oggi -spiega Pedà- c’è un responsabile (che a marzo andrà in pensione) che deve aprire il reparto, fare da caposala, coprire i turni di notte (da cui dovrebbe essere esentato); insieme a lui altri 3 medici di cui uno ha ottenuto l’esonero dalla reperibilità. Nel mese di luglio, ad esempio, le reperibilità sono 36 (nei festivi sono doppie), ogni sanitario può farne al massimo 10 (che è comunque disumano, vista la patologia dei pazienti). Rimarrebbero 6 reperibilità che nessuno può fare, così come rimarrebbe irrisolto, tra l’altro, il problema delle ferie estive, che, da anni, non vengono godute nei classici 15 gg consecutivi come prevede il contratto. Non si può tirare avanti così, nel modo più assoluto, i medici sono esausti. In tutta Italia non esiste un reparto di Psichiatria con un organico così ridotto. E nella procedura di assunzione è prevista una sola figura di Psichiatra per l’ospedale di Locri”. Un capitolo a parte merita sicuramente Pediatria, dove si è creata una situazione di estrema criticità legata a una serie di fattori contingenti: agli inizi del maggio scorso, il primario è stato chiamato a dirigere il dipartimento materno-infantile al GOM di Reggio Calabria; due dottoresse che garantivano gran parte dei turni, purtroppo, sono costrette a una lunga convalescenza; mentre di 3 giovani unità reperite con avviso pubblico, una si è dimessa appena arrivata, un’altra ha vinto un concorso a Messina e l’ultima, una pediatra, sta garantendo solo parte della turnazione, perché è in allattamento. “Allo stato attuale –evidenzia il consigliere Pedà- c’è un solo medico a tempo pieno, uno in part time e, per le turnazioni notturne e festive, si fa affidamento su due medici in pensione che lavorano in prestazione aggiuntiva. Impensabile possano coprire 30 notti in due. Il vero problema –aggiunge Pedà – è che, per il fatto che Polistena è l’unico centro nascita nell’area tirrenica reggina, si sta partorendo più di notte che di giorno, per cui ci sono 3-4 nascite a notte: se non c’è il neonatologo presente per far nascere il bimbo, il ginecologo è costretto a trasferire a Reggio, quindi perderemmo anche Ostetricia. Il nuovo bando prevede l’assunzione di 3 pediatri per Polistena e 3 per Locri, ma l’emergenza è adesso”. Altra grave situazione si registra in Chirurgia dove ci sono 12 chirurghi, di cui 7 esonerati dalla sala operatoria. A rischio anche Medicina, al “Giovanni XXIII” di Gioia, sempre per mancanza di personale. Eppure il reparto gode di 14 posti letto e, nell’ultimo mese, ha avuto 42 ricoveri. Un medico sta per andare in pensione e un altro è stato esonerato dall’attività di degenza proprio ieri. “Bisogna assolutamente scongiurare questo pericolo –ha rimarcato Pedà- Medicina non deve chiudere anzi, insisto nel ricordare che era stata garantita la riapertura di Chirurgia per piccoli interventi: attualmente, in tutto, ci sono 10 chirurghi nei 4 ospedali Spoke e generali; il bando prevede l’assunzione di altre 4 figure, io credo si possa giungere ad una soluzione. In Italia –conclude Pedà- ad oggi mancano 5mila medici; tra 3 anni arriveremo a 20mila perché il vero dramma è che i pensionamenti non hanno avuto un ricambio, senza contare che ci ritroveremo dei giovani ai quali sarà tolta la possibilità di avere, anche per poco tempo, figure anziane di riferimento che possano trasferire loro le proprie competenze. Bisogna invertire immediatamente la rotta”.