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Crisi a Gioia Tauro, Cento e Savastano ammettono: Con l’opposizione ma per il bene della città

 

E’ confermato quindi che Cento e Savastano hanno dialogato in “sedi non istituzionali” con la consigliera Stanganelli (Fratelli d’Italia) e il consigliere Angelo Guerrisi (Udc), ed anche col consigliere provinciale di centrodestra Rocco Sciarrone, visto che secondo Bellofiore era presente anche quest’ultimo agli incontri trasversali avuti dai due congiurati.”Tentevamo di ottenere sostegno alnostro emendamento – ha spiegato Savastano – e non ci trovo nulla di anormale che una proposta politica, che il resto della maggioranza aveva ritenuto di bocciare, potesse essere appoggiata anche dall’opposizione”.

Fin qui la risposta sul merito politico di un trasversalismo che i due “ribelli” non smentiscono, in un incontro con i cronisti avvenuto pochi minuti dopo il surreale consiglio comunale portato a termine nonostante l’assenza del sindaco, della giunta e dei consiglieri di maggioranza rimasti fedeli al primo cittadino del Pd.La conferenza è servita sopratutto ad illustrare il contenuto del famigerato emendamento della discordia. “Questo atto da noi presentato – ha rimarcato Cento – non è illegale come ha detto il sindaco nella lettera al prefetto. Proponevamo soltanto lo spostamento di alcune voci di spesa, fermo restando l’equilibrio di Bilancio che sarebbe rimasto invariato”. L’idea di una riforma del Bilancio,  che ha determinato una crisi che sembra irreversibile, anche se il sindaco ha 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni, Cento e Savastano sostengono che sia stato avanzata “nell’interesse della città”. Il documento, diventato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, è diviso in ben 23 punti (che pianainforma.it pubblica integralmente a parte, ndr) e ruota prevalentemente intorno al servizio di raccolta differenziata e alla possibilità che questo venga affidato ad altre cooperative, come chiedono i due consiglieri dissidenti.

“Il mio emendamento – ha proseguito Savastano spiegando come non si sia sentito a disagio nel presentare un atto politico dagli effetti devastanti, benché egli sia il presidente del Consiglio – nasceva dalla volontà di proseguire una battaglia democratica improntata alla trasparenza, alla razionalità della spesa e nell’interesse della città”.Parole che suonano come una difesa, dopo le accuse che il resto della maggioranza avevano mosso qualche ora prima, e che però ora potrebbero aprire il fianco anche ad una possibile trattativa. Non prima di una precisazione che Cento ha voluto fare: “E’ stato il sindaco a non voler discutere dell’emendamento nel partito e ne ha parlato con Savastano solo per fargli un processo”.Già, il partito. In un dibattito che si muove sopratutto nei locali privati, nell’autoscuola o nelle cene – e dove si fa ricorso alle conferenze stampa solo per mandare messaggi obliqui o rispondere ad accuse – è il neonato partito democratico gioiese la prima vittima sul campo di questa crisi.

“Bellofiore – ha proseguito Cento – non ha voluto neanche partecipare ad un incontro convocato dal segretario provinciale Romeo. E’ lui che è fuori dal partito, non io”. L’ex esponente dell’Udc, tra i fondatori del movimento Cittadinanza Democratica, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se questa rottura, che comunque nasce da frizioni che durano da circa un anno, possa essere collegata all’aspirazione che ha in comune col sindaco: “Io non ho intenzioni di candidarmi alle Regionali, se Bellofiore vuol farlo, come sembra, io sono disposto ad appoggiarlo”.

I margini per un ripensamento del sindaco comunque ci sarebbero e Cento si affretta a rispondere: noi non ritiriamo l’emendamento ma siamo pronti a discuterlo nel partito”. Sul punto, più irremovibile è sembrato Savastano secondo il quale “l’atto così com’è va bene”. Ai giornalisti che tentavano di capire se dietro la probabile fine anticipata della consiliatura, in questa che è la seconda città della provincia e il partito di renzi esprime il sindaco e la maggioranza relativa, ci siano “istanze personali” di Savastano, come afferma il sindaco, o divergenze sul metodo amministrativo mai sanate in questi anni, il presidente del consiglio non si è spinto oltre nella replica, affermando di voler meditare se ci siano gli estremi di una querela contro il sindaco “per la sua espressione ambigua”.

“Dico solo – ha spiegato – che in questi anni ho chiesto che venisse creato un Settore Ambiente interno al Comune, ma questa richiesta è stata bocciata e ho notato come gli uffici, su un indirizzo politico, fossero concentrati solo ed esclusivamente sulla progettazione delle opere pubbliche, Pisu in primis. lo stesso attuale progetto per la raccolta differenziata, da me elaborato quando ero assessore, è rimasto due anni nel cassetto, come pure sono state respinte alcune mie proposte specifiche che riguardavano la politica patrimoniale del Comune: l’ente, benché io mi sia opposto, continua a pagare un affitto ad un parente del dirigente Mangione, per dei locali che hanno ospitato prima una scuola e ora servono da archivio”.

Critiche su critiche, alcune rilanciate, altre inedite, comunque tutte arrivate in un momento davvero delicato per il centrosinistra gioiese, alle prese con avversari temibili – è di questi giorni l’ufficializzazione della candidatura a sindaco del consigliere provinciale D’Agostino – e con un chiarimento che da ambo le parti non è arrivato. Nemmeno all’indomani della elezione, avvenuta poche settimane fa, che sembrava aver sancito la pax tra Savastano e Bellofiore: il primo, infatti, fu eletto presidente del Consiglio con i voti della maggioranza, dopo le dimissioni polemiche dello stesso Cento.

L’asse tra i due consiglieri dissidenti è rimasto forte, al punto da formalizzare “un ultimatum” al primo cittadino e al resto della maggioranza, che il sindaco ha considerato irricevibile. E mentre si attende che il giovane segretario del Pd Ierace batta un colpo, dopo aver dovuto “sopportare” la diserzione del sindaco e dei suoi fedelissimi alla recente inaugurazione della sede del Circolo, sono in tanti stasera a brindare alla probabile fine anticipata della consiliatura. E in questo caso “la festa” è fatta da chi i mezzi della politica li sa guidare e non ha bisogno di “autoscuole” per sancire accordi.