Cotticelli, senza pudore
Ieri sera, in diretta televisiva, il generale Saverio Cotticelli, da due anni commissario ad acta per la sanità calabrese, ha appreso non senza qualche stupore che la responsabilità di un piano per fronteggiare l’emergenza Covid nella nostra regione spettava a lui, proprio a lui. Così oggi la Calabria è la sola regione italiana ad aver atteso la seconda e più che prevista ondata di pandemia senza che nessuno si sia preoccupato nemmeno di spendere i soldi disponibili per potenziare la sanità territoriale e istituire i centri Covid. Il presidente Conte – che ha il “merito” di averlo scelto insieme alla ministra dell’epoca Giulia Grillo – ha annunciato la sostituzione del commissario che, peraltro, ha già dato le dimissioni dall’incarico. Tutto bene, allora? Assolutamente no. Su questa terribile vicenda noi chiediamo che indaghi la magistratura. Bisogna, infatti, chiarire quanto è accaduto non solo per accertare se esistono profili di rilievo penale nel comportamento di Cotticelli. Abbiamo, soprattutto, diritto a sapere. È concepibile che la “distrazione” di un commissario abbia conseguenze così nefaste sulla salute dei cittadini di un’intera regione senza che il Governo se ne accorga, senza che gli organi politici regionali abbiano sentito il dovere di inchiodarlo alle sue responsabilità? Noi non lo crediamo neppure possibile. Ecco perché la sostituzione di Cotticelli non ci basta. Pretendiamo il massimo della chiarezza per dare un volto a tutte le responsabilità, come solo modo per provare a uscire dal lungo disastro della sanità regionale.
Palmi, 7 novembre 2020