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Confindustria Rc su Zona economica speciale area porto Gioia Tauro.

uno strumento utile a colmare il gap competitivo dell’area, complessivamente considerata, rispetto alle omologhe realtà del Nord Africa. In Egitto e in Tunisia, infatti, il costo del lavoro risulta essere sensibilmente più basso che in Italia, per le profonde differenze che esistono tra il sistema normativo di questi Stati e il nostro Paese.

 

Apprezzando l’impegno della Regione a realizzare la Zes, Confindustria ritiene tuttavia che tale misura, da sola, sia insufficiente a far fronte alle esigenze complessive di rilancio del porto di Gioia Tauro. La Zona economica speciale, se effettivamente realizzata, potrebbe produrre degli effetti positivi sull’area retro-portuale e sullo sviluppo della logistica. Ma quest’ultima non ha alcun significato senza la movimentazione dei container.

È dunque prioritario puntare sul rilancio dell’attività di transhipment, propedeutica a ogni altro ragionamento che riguardi l’area di Gioia Tauro. Per questo, è necessario continuare a usufruire della riduzione delle tasse di ancoraggio, su cui ogni anno si registrano ritardi e intoppi burocratici inaccettabili; ottenere l’abbattimento delle accise sul carburante in ambito portuale e la fiscalizzazione del 45% degli oneri sociali.

L’associazione degli imprenditori della provincia di Reggio Calabria ritiene infine che la strada maestra da percorrere, per rilanciare la competitività del sistema Gioia Tauro, sia quella di un’innovativa gestione dei processi produttivi e dell’organizzazione di lavoro e personale. Ne è un esempio apprezzabile il recente accordo raggiunto tra MCT e alcune sigle sindacali che, con senso di responsabilità e grazie a una efficace mediazione istituzionale, hanno accettato la Cigs di diverse centinaia di lavoratori.