Clan a Palmi, Infantino sferza la città “indifferente”
Il primo riguarda il valore civile e il coraggio dimostrato dagli imprenditori che, tramite la loro denuncia, hanno aperto uno squarcio al velo di omertà che per anni ha avvolto la nostra comunità anche se, è bene ricordarlo, a Palmi il primo a rompere il muro del silenzio fu Gaetano Saffioti che con le sue dichiarazioni fece partire l’inchiesta denominata Tallone d’Achille che portò alla condanna definitiva di diversi esponenti della cosca gallico. Dunque, per questa ragione, come peraltro ho fatto pubblicamente di recente, verso questi imprenditori esprimo i miei sentimenti di gratitudine e solidarietà. Il secondo aspetto (che va indagato molto attentamente) riguarda la (non) reazione della cosiddetta società civile palmese alla notizia degli arresti avvenuti grazie alla collaborazione con la giustizia di alcuni nostri concittadini. Il nostro si sa è un popolo incline alla indifferenza rispetto a certi fatti criminosi. Antonio Gramsci scriveva che “L’indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia”. La nostra comunità ha subito per anni la violenza di una terribile faida che seminò morte e terrore nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nei nostri vicoli, nelle nostre campagne. Quella fu una pagina nera della storia della città con la quale però non abbiamo mai voluto fare i conti. Non ricordo una manifestazione tesa ad esprimere una profonda e radicale indignazione verso lo sfregio che stava subendo la città. Ci siamo sempre girati dall’altra parte come se quei morti, alcuni innocenti come Rossella Casini e Giuseppe Borrello, non ci riguardassero. Fu, però, in quel periodo che si instaurò nella testa della gente il sentimento umano della paura. Ma la paura e l’indifferenza alimentano il potere e la sopraffazione della criminalità organizzata.