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Città Metropolitana: quali ricadute su Palmi e la Piana?

La Città metropolitana sarà l’ennesima occasione persa? l’ennesimo sogno svanito? oppure sarà la grande opportunità per superare l’isolamento politico, geografico ed economico del comprensorio? Molto dipende da noi cittadini e dai sindaci che ci rappresentano. Molto dipenderà dall’impostazione e dalla stesura  dello STATUTO, ossia della “carta fondamentale” della nuova istituzione.  Sarà un’istituzione che darà nuova voce e protagonismo ai diversi aggregati urbani della provincia (la piana di Gioia T., la Locride etc)? o sarà l’ennesimo tentativo di accentrare tutto al comune capoluogo marginalizzando ulteriormente le già periferiche aree che compongono il territorio provinciale?

 

La cittadinanza è chiamata ad un’attenta vigilanza su ciò che faranno i sindaci ed i tecnici chiamati alla stesura dello STATUTO ed evitare che scelte importantissime per il futuro del territorio, possano passare in sordina ed accorgersi della loro importanza soltanto quando se ne determineranno gli effetti concreti.

E’ necessario che la classe politica si faccia carico di una visione ampia è completa di tutta la problematica. La posta in gioco è veramente alta e non possiamo permetterci il lusso di guardare con distacco e sufficienza a questioni che sono fondamentali per dare prospettive di sviluppo e crescita economica e sociale.

La normativa relativa alla Città Metropolitana è una Legge di rango Istituzionale e ciò  chiarisce bene l’importanza e la profondità degli scopi che si prefigge.

Legge che nasce con l’intendimento di contenere la spesa pubblica ed al tempo stesso di dare nuove opportunità riorganizzative in molti importanti settori (urbanistica, pubblica istruzione, trasporti etc).

Permangono tuttavia  delle perplessità inerenti la incompleta definizione del quadro delimitativo della norma ma, cionondimeno, ne vanno individuate alcune peculiarità fondamentali.

La prima: è evidente che la città metropolitana, pur mantenendo le competenze dell’ente provincia deve assumerne delle altre.  Correlativamente è abbastanza certo che gli enti comuni, dai quali attrarranno competenze, non manterranno quelle che in atto possiedono.

Gli enti comuni, pertanto, rimarranno ma avranno minore competenza decisoria. Ma vi è più, la legge all’art. 18 lettera C, sul punto è chiarissima. Alcune competenze della città metropolitana potrebbero essere traslate ai comuni. Di conseguenza, e ciò è sancito dal disposto, il potere è in capo a chi concede e non al concessionario.

La seconda: viene concessa una elevata competenza decisoria sulle modalità di attuazione, sul funzionamento, sui rapporti con i comuni, ed addirittura sulla legge elettorale direttamente alle comunità di base, e ciò con l’approvazione dell’apposito Statuto. È evidente come questa attività, pur con i limiti del quadro normativo, determinerà la carta fondamentale del nuovo ente.

Di conseguenza, essenziale, “da padri costituenti”, sarà il ruolo dei sindaci che saranno chiamati a tale incombente.

Su quest’ultimo punto è bene essere chiari. L’attuale legge prevede un sistema optativo per l’elezione del Presidente della Città Metropolitana; che sia funzionalmente indicato il Sindaco eletto della città capoluogo, ovvero che venga direttamente eletto da tutti i cittadini del territorio interessato. È evidente come questa non sia scelta da poco poiché ove lo statuto dovesse optare per la prima i poteri, si creerebbe oggettivamente un vulnus di natura costituzionale al principio di uguaglianza, laddove limiterebbe l’elettorato attivo e passivo dei cittadini diversi da quelli della città capoluogo.

Pertanto, in esito, i sindaci, grandi elettori e padri costituenti, dovranno pronunziarsi e consultarsi preventivamente con le propria comunità dei quali sono rappresentanti.

Una Terza: è presente nella legge, come sopra accennavasi, la traslazione delle competenze dalla città metropolitana agli enti comuni, quest’ultimi in forma singola e associata. Probabilmente, ed è questo punto fondamentale, una forma associata dei comuni (da associazioni di scopo fino alla creazione degli enti comuni) rafforzerebbe l’attrazione di competenza e renderebbe più concreta ed incidente l’attività amministrativa spesso isolata, fino al più dannoso e inutile campanilismo.

Sotto quest’ultimo profilo (ma non solo per questo) la nuova opportunità costituzionale può dare un contributo di maturità e diversa consapevolezza.

Pertanto, animato da tale intento il Centrosinistra Palmese, assieme a tanti altri amici ha deciso di dare corso ad un permanente tavolo di lavoro che affronti con i cittadini ed a tutti i sindaci del territorio tal tematica in riferimento alle prossime fondamentali scelte.