Associazione Sant’Anna Seminara, Domenica pulizia fonte acqua lontana
Oggi la chiameremmo ‘fonte di energia rinnovabile’, perché non invecchia mai e perché il suo fluire incessante fa scorrere ricordi di uno splendore che ora non c’è più, che ci aiuta a riflettere sul presente e ci prepara ad affrontare il futuro. E’ la fonte “Acqua Lontana”, una delle dieci fonti che sorgono attorno al piccolo borgo della provincia di Reggio Calabria, un tempo chiamato Decastidium, poi Pagus Annae ed oggi Sant’Anna di Seminara, da dove si raggiunge la fonte attraversando una ripida strada dove la fatica sentita da uomini e donne del passato fu il motivo per cui venne definita, appunto, “Lontana”. Una fonte, poi diventato lavatoio pubblico, costruita in un tempo di incommensurabile memoria, unico punto di approvvigionamento di acqua potabile per il popolo santannese fino ai primi anni del ventesimo secolo e motivo di discordia con l’amministrazione comunale che invece, negli stessi anni, aveva costruito la rete idrica a Seminara utilizzando l’acqua proveniente da “I Caforchi”. L’indignazione fu tale che nel 1907 i cittadini provarono, senza riuscirci, a separarsi dal Comune di origine per annettersi a Melicuccà, nel cui territorio sorge la fonte e che di li a poco diede al borgo l’acqua corrente portandola dalla fonte ‘Vina’. L’Acqua Lontana ha una storia che risale all’impero romano, la letteratura (De Salvo) narra che la fonte fosse un punto di riferimento per chi, proveniendo dall’antica via Popilia, costruita nel 130 a.c., doveva deviare verso Melicuccà o gli altri centri abitati dell’Aspromonte e che lungo il percorso incontrava altre fonti, per esempio “Paravisu” e “Basilicò”, la cui acqua veniva “ordinata dal medico” per curare diverse disfunzioni organiche. Il sito è un oasi di pace e di verde, il cui silenzio è oggi interrotto solo dal continuo scorrere dell’acqua e da dove un tempo si elevavano i canti delle massaie che utilizzavano quell’acqua, calda d’inverno e fresca d’estate, per lavare i panni. Fin quando non arrivò la tecnologia, utile per molti ma non per il destino della fonte. La grande quantità d’acqua veniva usata anche come forza-lavoro, una vera fonte di energia rinnovabile che, dopo aver dissetato uomini e cavalli, veniva utilizzata per far ‘girare l’economia’ fino a metà del secolo scorso, facendo funzionare ben 4 “machini i l’ogghiu”, ossia i trappeti, antenati degli odierni frantoi, dove avveniva la fase di trasformazione dell’ulivo Sinopolese, una pianta che da secoli sostenta il popolo santannese e non solo.
Poi arrivò il progresso e tutto cambiò, i frantoi diventarono elettrici e con la stessa elettricità le massaie cominciarono a lavare i panni in casa, senza fatica. Motivi che fecero diventare l’Acqua Lontana ancora più lontana.
Ma oggi c’è qualcuno che ha deciso di renderla più vicina: l’Associazione Terramala. Nata da poco meno di un anno grazie alla volontà di 7 ragazzi tra i 18 e i 35 anni, oggi conta quasi 30 soci, dai 16 ai 75 anni, tutti uniti da un’unica idea, cambiare le cose, riappropriarsi degli spazi dimenticati, valorizzare il territorio e le risorse umane e ambientali.
Spinti da questo desiderio e guidati dal presidente Antonio Casella, i soci di Terramala, con la collaborazione del sindaco di Melicuccà, Emanuele Oliveri, dell’amministrazione comunale e dei membri dell’associazione “Amici Della Grotta”, si incontreranno Domenica 4 Ottobre alle 9:00 per ridare splendore a ciò che sembrava ormai destinato ad essere ricordato solo dai più grandi e, oggi, in preda all’incuria ed alla mancata attenzione da parte di chi, per anni, se ne è servito e con molta facilità stava per sbarazzarsene.
Dopo aver recuperato un’aiuola pubblica lo scorso Novembre, anch’essa abbandonata da anni, i soci si accingono a realizzare quest’altro importante progetto. Rinnovare, riscoprire, ripristinare i luoghi simbolo del passato per renderli fruibili a tutti, per ridare memoria e valore ad un luogo che da domani potrà essere di nuovo un punto di riferimento, non solo per i santannesi, ma per tutti coloro che vorranno percorrere quell’antica strada che dalla via Popilia portava a Melicuccà, attraversando colline abitate da ulivi maestosi e sentieri battuti da centinaia di muli e contadini. Uomini e donne che passeranno da questo antico sentiero, presto potranno fermarsi e godere di quest’oasi verde chiamata Acqua Lontana, un posto che, in fondo, poi così lontano non è.