Armi chimiche,Aldo Alessio chiede un tavolo di concertazione
mentre diventa più complicato far defluire l’onda di protesta, precedentemente sollevata dagli stessi rappresentanti delle istituzioni locali. Questi avvenimenti, non solo, non rafforzano il già debole tessuto democratico esistente nel nostro territorio, ma lo indeboliscono ulteriormente perché rendono le istituzioni, a tutti i livelli, meno credibili agli occhi dei cittadini facendogli aumentare la loro sfiducia nei confronti dello Stato democratico legalmente costituito. Oggi, con grande senso di responsabilità, e con la “cultura di governo”, abbiamo il dovere di farci carico e di tranquillizzare quegli stessi nostri concittadini che sino ad ieri, inconsapevolmente, abbiamo allarmato generando un clima di paura, di terrore, di confusione e di sfiducia verso le istituzioni nazionali sicuramente colpevoli per non aver saputo informare prima ed adeguatamente le istituzioni regionali e locali su quanto deciso in politica estera, relativamente al trasbordo mare-mare, nel porto Gioia Tauro, delle sostanze tossiche, al solo fine di dare un grande contributo al rafforzamento della “Pace” nel Mediterraneo. Quale dovrà essere, quindi, la nuova strategia che le istituzioni locali e regionali dovranno darsi per ribaltare questa situazione negativa e di stallo in favore dello sviluppo articolato ed armonico del Territorio? Innanzitutto bisognerà con urgenza chiedere al Governo la convocazione di un tavolo istituzionale nazionale, congiuntamente alle OO.SS, per fare un ulteriore passaggio a sostegno della “Pace”, senza se e senza ma, sulla delicata vicenda delle sostanze tossiche che saranno trasbordate “nave-nave” nei prossimi giorni nel porto di Gioia Tauro. Tale incontro non dovrebbe essere difficile ottenerlo atteso che la Regione e i Comuni territorialmente più interessati a questa vicenda appartengono allo stesso colore politico dei partiti che, a livello nazionale, sostengono l’attuale Governo Letta. Su questa richiesta dovrebbero spendersi tutti i nostri rappresentanti politici ed istituzionali. Il tavolo di trattativa dovrà comprendere una parte relativa alla sicurezza assoluta e a tutte quelle informazioni che il Governo dovrà dare alle istituzioni territoriali affinché questa “Operazione di Pace” e cioè il trasbordo nave-nave, non delle armi chimiche come si vuole continuare a far credere alle nostre popolazioni, ma bensì dei prodotti tossici classe 6.1, possa avvenire in piena e totale sicurezza, con elevata professionalità, competenza e serenità per i lavoratori del porto e per tutti i cittadini amministrati della Piana. Contestualmente bisognerà chiedere al Governo l’istituzione di una “Commissione Sanitaria Nazionale” che, avvalendosi del supporto tecnico scientifico ambientale, anche di tanti nostri bravi tecnici e professionisti locali, dovrà effettuare un costante e continuo monitoraggio del porto, dell’area industriale e della Piana per accertarsi sull’effettivo stato di salute del Territorio, anche attraverso la realizzazione di uno “Studio di valutazione di impatto ambientale”, su quello che potrà essere lo sviluppo sostenibile del territorio, nonché uno studio sanitario sull’effettivo stato di salute dei nostri concittadini, accertando ed individuando altresì le cause che hanno determinato in questi ultimi anni, tra la nostra cittadinanza, numerosi casi di tumori e che allarmano l’intera comunità. Avute le più ampie informazioni ed assicurazioni, da parte del Governo, sulla massima sicurezza dell’operazione trasbordo nave-nave, che dovrà avvenire anche alla presenza di autorevoli rappresentanti del Governo e delle istituzioni regionali e locali, la trattativa si dovrà spostare su un progetto di rilancio del porto e di sviluppo dell’area industriale e del Territorio. Oggi il Mediterraneo è attraversato annualmente da oltre 20 milioni di containers. Il porto di Gioia Tauro, nel suo splendore, ha raggiunto la quota massima di 3 milioni di containers. Gli esperti dovrebbero dirci, negli scenari futuri, come è possibile creare le condizioni affinché il Terminal di Gioia Tauro possa puntare a catturare una ulteriore quota di traffico merci e puntare al raddoppio della movimentazione dei containers. Inoltre le tematiche portuali sono note a tutti da anni: Interporto, polo logistico delle merci, area franca industriale, zes, infrastrutture dei trasporti portuali, viarie, ferroviari e aeroportuali, cablaggio dell’area, fibre ottiche, ecc., dentro una visione complessiva nazionale ed europea. Questo Governo che ha giustificato il trasbordo delle sostanze tossiche a Gioia Tauro in quanto, a suo dire, è un hub di “eccellenza”, che ha le maestranze tra le più professionalizzate e qualificate del mondo, ci dovrebbe spiegare, per coerenza, quali sono i progetti governativi di rilancio di questo grande porto europeo. E’ irrealistico chiedere al Governo, ad esempio, un “Piano per il lavoro” e l’occupazione di 3.000 giovani disoccupati calabresi? Oppure puntare anche su un centro di ricerca sulle innovazioni tecnologiche o l’ingegneria dei trasporti? Tra l’altro, a quel tavolo bisognerà chiedere ed ottenere anche che il prossimo Presidente dell’Autorità Portuale, venga nominato, senza alcun ulteriore indugio, e che non sia più il frutto di una vecchia e becera politica di scelta clientelare inconcludente che non giova al porto e alla Calabria, ma bensì che sia un investimento alto sul futuro del porto con una scelta oculata di un grande professionista con elevata esperienza e comprovata capacità e competenza professionale, nel settore dei porti, dello shipping internazionale e mondiale e in particolare dei trasporti marittimi. Quindi, non presentiamoci più ai tavoli di trattativa con il cappello in mano per chiedere l’elemosina, ma bensì a testa alta, con la schiena dritta e con dignità, per illustrare al Governo i nostri progetti che abbiamo per il futuro del porto e del territorio, avendo la capacità di illustrare non solo le nostre di idee innovative e futuristiche, ma anche di dimostrare all’Europa e al mondo intero che Gioia Tauro c’è, che è un punto di eccellenza assieme alla Calabria, che siamo in grado non solo di farci carico dei problemi internazionali su quella tanto invocata “Pace nel Mediterraneo” che a noi sta a cuore, e che possiamo farcela!