Armi chimiche, è partita la nave “Cape Ray”: Direzione Gioia Tauro.
Dopo le notizie fatte trapelare ieri dall’Opac e rilanciate dal notiziario Ansa, secondo cui la “Cape Ray” si sarebbe trovata addirittura alle porte del Mediterraneo, il Pentagono precisa che la nave, passata sotto il comando della United States Navy (capitano Rick Jordan), che la partenza è stata ritardata di alcune ore a causa di un problema tecnico a un motore. Tuttavia, la data della partenza della “Cape Ray” era stata tenuta segreta dal Pentagono perché dopo il lungo lavoro di riadattamento che l’ha trasformato in un enorme e sofisticato laboratorio navigante, la motonave doveva essere sottoposta a collaudo in alto mare per verificare il funzionamento di tutti i macchinari. La settimana scorsa la “Cape Ray” ha superato gli esami e, quindi, il Pentagono ha dato il via libera. Nel porto di Gioia Tauro, fa sapere il Pentagono, la nave laboratorio prenderà a bordo i container siriani, e poi tornerà al largo per procedere all’opera di purificazione del contenuto. “Nel porto di Gioia Tauro saranno trasferite a bordo decine di container, contenenti gas velenosi e agenti nervini, tra cui sarin e gas mostarda. – riporta un dispaccio LaPress-AP – Le armi chimiche del regime di Bashar Assad saranno distrutte in mare, nell’ambito degli accordi internazionali con l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac). La misura è stata decisa a seguito dell’uso di sostante letali nel sobborgo di Ghouta a Damasco il 21 agosto scorso, in cui sono state uccise oltre 1.400 persone.” La missione è svolta in accordo con i Paesi che collaborano. Per il prelievo e il trasporto delle armi chimiche, la Russia ha inviato in Siria 70 mezzi corazzati, e gli Stati Uniti decine di container per lo stoccaccio di prodotti pericolosi e inquinanti. La Danimarca e la Norvegia hanno messo a disposizione le due navi da carico, che stanno prendendo a bordo i container, e hanno affiancato le proprie imbarcazioni civili con due fregate missilistiche di scorta. La Russia e la Cina hanno contribuito con due fregate missilistiche che pattugliano il pericoloso carico. L’Italia, i Reparti dell’Esercito che presidieranno l’ampio perimetro portuale e lo scalo marittimo di Gioia Tauro… In attesa che arrivi a Gioia Tauro la nave laboratorio americana, i cargo danese e norvegese rimarranno in alto mare scortati da unità navali da guerra. La Ark Futura e la Taiko hanno imbarcato finora, nel porto siriano di Latakia, rispettivamente 39 e 15 tonnellate di agenti chimici dell’arsenale di Damasco, per un totale di 54, considerato un «quantitativo simbolico» rispetto alle circa 900 tonnellate che dovranno essere distrutte. Lo hanno riferito all’Ansa fonti dell’Opac, precisando però che non si tratta del carico destinato al porto di Gioia Tauro. Ieri la Ark Futura ha compiuto il secondo carico di 12 tonnellate (dopo quello del 7 gennaio di 27 tonnellate), mentre la Taiko ha stivato finora 15 tonnellate di materiale. Si tratta di agenti solidi «di priorità 1 e 2», che saranno trasferiti in parte in Gran Bretagna, in parte in alcune delle 14 industrie chimiche civili che hanno partecipato alla gara d’appalto organizzata dalla stessa Opac per la distruzione degli agenti chimici. Le stesse fonti parlano di «viva insoddisfazione» tra i Paesi che partecipano all’operazione congiunta Onu-Opac per il ritardo imputato alle autorità siriane. Il colonnello Steve Warren del Pentagono ha spiegato che a bordo della “Cape Ray” ci sono circa 35 marinai civili, 64 esperti dell’Esercito Usa, provenienti dal Centro chimico-biologico di Essex, nel Maryland e una squadra di “teste di cuoio” pronti ad intervenire in caso di attacco terroristico. La “Cape Ray” specializzata nel trasporto di soccorsi per Paesi colpiti da disastri è stata fornita di taniche di titanio e di un laboratorio in grado di effettuare il primo essenziale intervento per trasformare le armi da “primo livello di gravità” a composti meno pericolosi e facilmente trattabili nei normali laboratori di depurazione. Il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, in un messaggio all’equipaggio ha parlato di una missione storica. “State per compiere qualcosa che nessuno ha mai tentato prima. Distruggerete in mare uno degli arsenali di armi chimiche più grandi al mondo, contribuendo a rendere la Terra più sicura. Il vostro compito – ha aggiunto – non sarà facile. Le vostre giornate saranno lunghe e impegnative. Ma il vostro duro lavoro, la vostra preparazione e il vostro zelo faranno la differenza”. L’arsenale di Damasco dovrebbe essere distrutto entro la metà del 2014.