REGGIO CALABRIA VINCENZO SIMONETTI DAVANTI AL GUP ESPOSITO
E’ stata rinviata al 16 Marzo per la prosecuzione l’udienza preliminare a carico dell’imprenditore Vincenzo Simonetti e dei coimputati Pietro Zucco, Domenico Malgeri, Domenico Pelle e Antonio Marulla, tutti accusati di aver dato vita ad un sodalizio criminoso in violazione dell’art. 12 del decr. Legge 306 /92 e dell’art. 7 legge 203/91 al fine consentire al Simonetti la gestione di una attività imprenditoriale nel settore degli inerti eludendo le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale.
Il GUP Dott. Andrea Esposito, ha iniziato l’udienza con il rito abbreviato richiesto dall’imputato Marulla per il quale il Pubblico Ministero Dott.sa Sara Ombra, al termine di una requisitoria che ha sottolineato gli elementi che la procura ha ritenuto sussistenti a carico dell’imputato chiedeva una condanna a tre anni di reclusione , specificando che la pena di partenza era di anni 4 e mesi 6 ridotta con la diminuzione per le attenuanti generiche , l’aumento per la continuazione e , infine la diminuzione per la scelte del rito. In difesa del Marulla prendeva poi la parola l’Avv. Sandro Frufaro del Foro di Locri che evidenziava l’insussistenza del dato del favoreggiamento in favore del Simonetti, soggetto già condannato per associazioone a delinquere di stampo mafioso nell’operazione Stilaro . Ciò giacchè il rapporto che legava il Marulla al Simonetti era espressione di una familiarità che era giunta a vedere il Marulla legato da rapporti di grande amicizia con i congiunti del Simonetti dai quali era stato perfino chiamato a far da testimone di nozze o padrino di battesimo . Pertanto le attività svolte – concludeva il difensore – non potrebbero a nessun titolo essere espressione di una contiguità o di una sudditanza di tipo mafioso ma solo di una vicinanza che nulla ha a che vedere con la Mafia. Concludeva chiedendo per il proprio assistito una pena più lieve , non ostativa alla concessione dei benefici di legge.
Il PM chiedeva quindi un rinvio per una sua replica. IL GUP rinviava al 16 marzo ma disponeva che in prosecuzione potessero essere sentiti subito a spontanee dichiarazioni o ad interrogatorio gli altri imputati che lo desiderassero:
Vincenzo Simonetti aveva modo così di spiegare al giudicante le sue tesi ed evidenziare un errore prospettico relativo ai suoi remoti precedenti di tipo associativo e alla sue ingerenza nella gestione della Coop Magica.
Simonetti ha smentito vivacemente i postulati accusatori. La sua ditta non era la Magica ma la Simonetti Graniti che con la Magica aveva solo rapporti di collaborazione e di consulenza tecnica. Il terreno in località Prano di sua proprietà che fu oggetto di confisca non era quello dove vi era il cantiere come erroneamente affermato dai redattori dell’ordinanza ma è a oltre 3 Km di distanza da cantiere della Magica e all’adiacente terreno della Simonetti graniti che la moglie dell’imprenditore aveva acquistato anni or sono dal Tribunale Fallimentare. Ed ancora il cantiere dell’ex Scavical pervenne alla Coop Magica perchè fu assegnato ai suoi titolari dal Tribunale fallimentare e se per anni non fu pagato il canone la responsabilità è riconducibile solo a coloro il Tribunale aveva nominato curatori e avevano omesso di riscuoterlo . Chiariva inoltre i termini del rapporto con il Marulla che spontaneamente si era dimesso dalla Magica rientrando poi – in società allettato dalla possibilità di richiedere un finanziamento pubblico nella costituenda Treesse Srl: società che però di fatto non ha mai operato. Non avevo motivo di ricorrere a prestanomi ha concluso Simonetti elencando tutta una serie di opere di committenti importanti ai quali ha fornito le sue realizzazioni in pietra lavorata; uno per tutti il monumento al defunto On. Fortugno a Locri. Simonetti consegnava infine al GUP due memoriali e altri documenti a sua difesa.Sulla stessa linea del Simonetti interveniva poi Pietro Zucco , che ribadiva da un lato l’estraneità sua e deglii altri imputati a qualsiasi contesto ndranghetistico e la circostanza che non è vero che Simonetti avesse operato per indurli a non pagare il canone di fitto che essi pagavano al Tribunale di Locri, avendo anzi chiesto inutilmente ai curatori di accettare in conto pagamento la cessione di un credito che la Coop Magica vantava nei confronti del comuine di Stilo. Zucco infine evidenziava la pretestuosità dell’asserito monopolio della MaGiCa nel settore calcestruzzi e inerti nel territorio di Stilo indicando che altre ditte hanno operato o operano con fette di mercato molto più grandi di quelle mai detenute dalla Euroservizi MaGiCa.
Il 16 marzo interverranno i difensori degli imprenditori arrestati: Luigi Crea e Antonio Managò per Simonetti , Giuseppe Zurzolo per Zucco