Armi chimiche, l’ Udicon chiede informazioni dettagliate sul trasbordo
Ma cosa più grave, sottolineano il Presidente U.Di.Con. Dott. Denis Nesci e la Responsabile Questioni Ambientali U.Di.Con. Dott.ssa Maria Carmela Greco , è che esista una nota del 16 gennaio 2014 la n°41 di Politica Internazionale della Camera dei Deputati Servizio Studi dalla quale chiaramente si evincono le modalità del Piano ONU-OPAC per lo smaltimento delle armi chimiche siriane. Modalità improntate alla massima sicurezza militare con le quali le armi chimiche vengono trasferite dai siti di stoccaggio siriani al porto di Latakia (“La Russia ha fornito 75 camion blindati, mentre gli Usa hanno fatto arrivare attraverso la Giordania 28 veicoli per il trasporto di container marittimi. Satelliti americani e telecamere su mezzi cinesi controllano lo spostamento dei camion russi, mentre la sicurezza sul terreno è affidata alla truppe siriane.Anche la Finlandia partecipa a garantire la sicurezza dei convogli ”.) mentre la fase da espletare nel Porto di Gioia Tauro viene passata per routine.
Inoltre si legge nella nota “ il 7 Gennaio scorso l’Ark Futura ha già effettuato un primo carico di 27 tonnellate di agenti chimici “ Priorità 1” i più pericolosi, tra cui i componenti del Sarin “, come mai questa circostanza è stata taciuta ai Sindaci che hanno chiesto maggiori spiegazioni principalmente in merito alla natura delle sostanze?
Il 16 gennaio, data della Nota, ancora il porto di destinazione, benché italiano, era sconosciuto ” Una volta completato il carico, il cargo lascerà le acque siriane per dirigersi verso un porto italiano, non ancora identificato. Questo dovrebbe avvenire a fine gennaio…” e misteriosamente in un brevissimo arco temporale, senza consultazioni politiche e/o tecniche “ palesi “ il Porto di Gioia Tauro diventa Porto di Eccellenza per questa operazione, avendo fatto già in passato operazioni similari. Ancora in merito al trasbordo “ il trasbordo del materiale durerà 24-48 ore. La Cape Ray prenderà il largo subito dopo. Con 35 marine e 64 esperti chimici dell’Army’s Edgewood Chemical Biological Center a bordo,la Cape Ray provvederà in acque internazionali alla distruzione di 700 tonnellate di agenti chimici di “priorità1” tramite idrolisi, in due “field deployable hydrolysis systems” caricati a bordo. “E’ la prima volta che questa operazione viene fatta a bordo di una nave e per questo cominceremo lentamente per poi accelerare”, ha spiegato Adam Baker del Centro di Edgewood. Secondo fonti dell’OPAC, l’operazione a bordo della nave Usa durerà circa 60 giorni, rispettando così la scadenza di fine marzo per la distruzione degli agenti più pericolosi”. Ebbene perché queste circostanze sono state taciute ? In realtà le due tecnologie indicate da utilizzare per la distruzione di queste sostanze sono l’uso di reagenti chimici e l’incenerimento ad alte temperature, che neutralizzano le tossine, entrambe però costosissime. Quindi il dubbio è legittimo: la scelta del trasbordo, dell’idrolisi che verrebbe fatta per la prima volta a bordo di una nave è sicura ? Chi può garantirlo ? Esistono precedenti visto che si parla di una prima volta ? Oppure per ragioni economiche ed internazionali si è disposti ad accettare il rischio di sacrificare la salute e la sicurezza dei cittadini ? Perché altri Stati Europei invocando anche la legislazione nazionale che proibisce il transito di armi chimiche hanno negato la propria disponibilità e l’Italia invece si è fatta avanti ? Le popolazioni della Piana di Gioia Tauro non meritano la stessa tutela degli altri cittadini italiani ed europei ? Ma la cosa che inquieta di più è l’ultima parte della nota “L’OPAC ha inoltre indetto una gara d’appalto internazionale destinata a impianti chimici civili per il trasporto e lo smaltimento delle sostanze meno pericolose e delle scorie tossiche risultanti dall’eliminazione…”. Tenendo presente che ci sono ancora circa 2500 tonnellate di sostanze tossiche ad uso militare da smaltire e che ci sono chiari ed evidenti interessi economici legati allo smaltimento mascherati “dal buonismo pacifista” questo “trasbordo” vuole essere invece il “primo effettivo precedente “ al Porto di Gioia Tauro per aprire il varco ad operazioni future ? Come Associazione per la Tutela dei Diritti dei cittadini e dei consumatori aspettiamo risposte chiare e precise e non semplici “ opuscoli informativi “ ,dal Presidente del Consiglio Enrico Letta , dal Ministro degli Esteri Emma Bonino e dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi ai quali inviamo copia del presente comunicato stampa . Continuando a procedere con gli strumenti tecnici e giuridici a nostra disposizione per la tutela della sicurezza e della salute dei cittadini, sosterremo le iniziative dei Sindaci della Piana di Gioia Tauro e della popolazione.