Sanità: Ospedale Lamezia, De Biase auspica un consiglio comunale straordinario
SPOKE IERI E OGGI Parlare di sanità significa inizialmente osservare l’atto Aziendale, naturalmente quello del 2013 e quello del 2017, mettendoli in comparazione. Con tale premessa, è opportuno osservare, per sommi capi, i due documenti, e da qui ricordare che il Presidio “San Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, con l’atto Aziendale del 2013, poteva essere definito una struttura Super Spoke, collegato col Centro Protesi Inail e quindi con la Riabilitazione, la Neurologia, l’azione protesica, l’Ortopedia ecc. Tutto con regolare convenzione.
Naturalmente ciò consentiva finanziamenti e introiti extraregionali. Lo stesso organismo del Centro Protesi Inail convenzionato si disponeva a sostegno, con 5 milioni di euro. Con la domanda di oggi: che fine hanno fatto?
Su tale filone del 2013, l’avvio e l’apertura del Centro Fibrosi Cistica, che ha mostrato parametri e risultati di grandi obiettivi quotidianamente raggiunti, praticati fin dalla sua nascita.
Insomma, l’atto disegnato nel 2013 dal Dott. Gerardo Mancuso, non avrebbe permesso nessuna chiusura di servizi e reparti. Già solo questo, poteva proiettare Lamezia quale SPOKE interregionale, ponendo le basi per diventare un potenziale HUB. Con l’atto Aziendale del 2017, quanto sopra invece, in buona parte, sparisce !!!
Si sminuisce l’ospedale e nessuna forza contrattuale, nei tavoli che contano, viene messa in campo concretamente. Le proteste fino ad oggi, ne sono la cocente dimostrazione.
Ecco perché occorre conoscere per poter discutere con gli organi decisionali, partendo fermamente dall’esistente, che vede la struttura lametina in affanno per carenza di personale; uno Spoke limitato; seppur, paradossalmente, e nel contesto di che trattasi, le richieste vi sono e non possono essere garantite totalmente con le offerte.
Insomma, nelle more di un dibattito che parta, auspicabilmente anche dal consiglio comunale, occorre considerare la rivisitazione dell’atto aziendale predisposto dall’Asp, rivedere il ruolo della struttura sanitaria di Soveria Mannelli, la quale è al confine montano e si presta ad uno stato di bisogno di un’area vasta e unica, da cui tenere conto investendoci.
Nel contempo programmare sull’esistente, domandandosi per esempio, come non perorare l’idea che un Ospedale, come quello di Lamezia , strutturato anche per acuti e facilmente raggiungibile, che offre servizi come base elicotteristica, e quanto altro, con un territori importante, con tutti i gioielli cui dispone, non è pensabile che non abbia bisogno di una Terapia Intensiva Neonatale, di una Microbiologia; di un Centro Trasfusionale H 24, solo per citare alcuni servizi estremamente necessari.
Non deve sfuggire neanche la capienza dei posti letto, strutturati per 700 presenze; ed ancora gli indici attrattivi lametini di rilievo (sono i più alti rispetto ad altri SPOKE in tutta la Calabria), e se comparati sulle entrate di Pronto Soccorso, superiamo gli ambiti HUB.
Ma la cosa che più deve destare attenzione è che nel mentre Soveria viene limitata, Soverato quasi altrettanto, Lamezia stenta con la gestione del personale. Tutto ciò, nonostante si tratti di un’unica Azienda, con una direzione sanitaria e amministrativa del presidio ospedaliero unico, che lascia il personale nei tre ospedali, senza utilizzarlo dove ce n’è più bisogno.
Auspicabile quindi un Consiglio Comunale aperto, che possa trovare il contributo di quanti interessati e soprattutto osservando la sanità esistente per migliorarla, e contestualmente programmando quella futura, per offrire garanzie meritevoli per un territorio che vanta una risposta a 150.00 utenti, che se non trovano qui riscontro, la condanna sarà l’emigrazione e l’affollamento sui servizi e reparti, Catanzaresi e non solo.
Già Presidente consiglio comunale
Lamezia Terme
Salvatore DE BIASE