Reggio, “Non omnis moriar” Riflessioni sulla morte e l’immortalità nella cultura
“Non omnis moriar” Riflessioni sulla morte e l’immortalità nella cultura, nella letteratura e nella filosofia d’Oriente e d’ Occidente, è il tema di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà domani a Reggio Calabria allo Spazio Open.
Punto di partenza il celebre verso del poeta latino Orazio che significa “non morirò del tutto o interamente ”, con riferimento alla sua opera poetica che sarebbe sopravvissuta alla sua morte.
Lo stesso Orazio, in un altro celebre verso, aveva del resto scritto “ Exegi monumentum aere perennius (Ho eretto un monumento più duraturo del bronzo)” sempre con riferimento alla sua poesia che avrebbe sfidato il tempo e dato al poeta l’immortalità.
Un mito questo della “poesia eternatrice” che giunge fino al Foscolo dei Sepolcri. Il tema della morte e dell’immortalità, o meglio del desiderio dell’immortalità, ha attraversato la storia dell’umanità ed è stato interpretato in maniera diversa attraverso il tempo nelle religioni, nella filosofia, nell’arte, nella letteratura. Al fondo di questa riflessione la paura della morte e il desiderio tutto umano di sopravvivere in qualche modo alla morte fisica. Un bisogno che le religioni come i culti misterici – pensiamo all’Orfismo – si sono sempre sforzati di interpretare nel tentativo di offrire all’umanità risposte consolatorie.
L’incontro, al quale prenderanno parte il Prof. Antonino Romeo, per la parte relativa alla filosofia e cultura occidentale, e la Dr.ssa Maria Roselli per la parte relativa alla filosofia orientale e al Buddismo, con la partecipazione degli Amici presenti invitati ad offrire ulteriori spunti di riflessione, è soltanto il primo momento di una serie di incontri sul tema della morte e dell’immortalità che coinvolgerà studiosi di diversi ambiti, uomini di fede, storici, filosofi, psicologi, poeti.
Caterina Sorbara