Reggio, incontro in remoto sulla battaglia di Salamina

Presso lo Spazio Open, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos, congiuntamente con lo Spazio Open, si è svolto un incontro dedicato al 2500° anniversario della Battaglia che si combatté di fronte a Salamina nel settembre del 480 a.C., probabilmente il 23 di quello stesso mese.
A parlare dell’evento(disponibile sul sito Facebokk di Anassilaos e su You Tube già da ieri 26 giugno), il Dott. Luca Pellerone.
La Battaglia di Salamina è universalmente riconosciuta, fin da subito dagli storici greci coevi all’evento, come una delle più importanti battaglie di tutti i tempi. La maggior parte degli studiosi ritiene, infatti, che se quel giorno le armate greche non fossero riuscite a fermare l’esercito persiano, la storia dell’Europa sarebbe stata molto diversa da com’è oggi. Sarebbero infatti venuti meno quei presupposti di libertà da cui sarebbe rampollato quel pensiero greco che si irradierà poi per tutto l’Occidente. La conquista persiana della Grecia avrebbe messo l’intera Grecia e parte del Mediterraneo sotto la diretta influenza orientale, portando all’affermazione di un’identità del tutto diversa da quella che conosciamo. Si tratto insomma di una sorta di “scontro di civiltà” che contrapponeva due distinti e diversi modi di concepire la vita e l’uomo: da un lato un Impero di indubbia, antica e raffinata civiltà, ma amministrato e governato in modo assolutistico da un sovrano onnipotente e dall’altro un insieme di città, litigiose, animate da contrasti interni ed esterni, ma espressione – soprattutto Atene, che è poi tuttora il punto di riferimento per valutare la civiltà greca prima di Alessandro – di una libertà spesso caotica, di una democrazia talora demagogica (quella che condannò a morte Socrate) nella quale si affermò però la forza dell’individuo. Nello stesso giorno in cui svolse la Battaglia di Salamina, secondo Erodoto e Aristotile, si svolse in Sicilia la battaglia di Imera nella quale le truppe siceliote guidate da Gelone di Siracusa sconfissero le truppe cartaginesi comandate da Amilcare. Si comprende dunque come già per gli antichi Salamina e Imera rappresentassero la vittoria della civiltà greca sull’Oriente. Anche dopo Salamina i Persiani continuarono a interessarsi della piccola e litigiosa Grecia, approfittando delle discordie interne alle città e corrompendo con l’oro persiano questo o quell’uomo politico greco ma non ritentarono più di conquistare la Grecia anzi fu la Grecia, o meglio, la Macedonia di Alessandro, a conquistare quasi un secolo e mezzo dopo l’impero persiano. La vittoria di Salamina fu una sorta di miracolo strategico di Temistocle. I Persiani di Serse, figlio di Dario I, superbo – sulla sua Hybris insiste Eschilo nella sua tragedia “I Persiani” – e desideroso di vendicare il padre sconfitto a Maratona dieci anni prima (490 d.C.) aveva rovesciato sulla Grecia (a detta delle fonti) “il più grande esercito che si fosse mai visto”. I Greci, o meglio la coalizione che comprendeva gran parte delle città elleniche e soprattutto Atene, Sparta, Tebe, Corinto avevano, ma inutilmente tentato di fermare l’avanzata persiana alle Termopili. L’eroismo dei trecento eroi spartani guidato da Leonida e degli altri combattenti rallentò ma non impedì la marcia degli invasori anche perché un traditore, tale Efialte, indicò loro la via per cogliere alle spalle i resistenti. Unica consolazione per Temistocle la distruzione, a Capo Artemisio, di molte navi persiane.
I Persiani poterono comunque dilagare per la Beozia e l’Attica conquistando Atene che fu incendiata. A questo punto fu grazie al genio tattico e all’ostinazione di Temistocle, che la guerra “per tutte le cose”, come egli stesso l’aveva chiamata, cambiò radicalmente corso. Il politico ateniese riuscì a convincere gli altri alleati che la guerra si sarebbe dovuta spostare dalla terraferma al mare, elemento nel quale i greci avrebbero potuto contare su un doppio vantaggio: logistico, poiché conoscevano meglio le acque circostanti, e militare, sfruttando le triremi di cui disponevano, navi più agili e meglio manovrabili di quelle persiane. Grazie dunque ad una strategia vincente, i Greci riuscirono ad avere la meglio su un esercito considerato invincibile, difendendo la propria indipendenza e cambiando per sempre il corso stesso della storia. 
Caterina Sorbara