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Patrimonio culturale immateriale italiano: Patrizia Nardi a colloquio con il Ministro Bonisoli.

Si è tenuto martedì 9 luglio a Roma, nella sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Via del Collegio Romano, un incontro  tra il Ministro Alberto Bonisoli e la dott.ssa Patrizia Nardi, esperta in candidature UNESCO del patrimonio culturale, responsabile tecnico-scientifico di GRAMAS Rete delle grandi Macchine a spalla italiane Patrimonio dell’Umanità dal 2013 e membro dell’International Council on Monuments and Sites per l’Italia, l’organizzazione internazionale non governativa che si occupa della conservazione, protezione e valorizzazione del patrimonio d’interesse culturale. All’incontro hanno partecipato il Capo di Gabinetto del Ministro, la dott.ssa Tiziana Coccoluto, l’on. Azzurra Cancelleri  e il Capo Ufficio Stampa dott. Giorgio Giorgi.

“E’ stato un incontro molto cordiale” ha detto Patrizia Nardi “in cui abbiamo avuto la possibilità di approfondire temi e aspetti legati al patrimonio culturale immateriale e ai beni demoetnoantropologici italiani, che includono le feste della tradizione come le tradizioni e le espressioni orali, la musica, la danza, le arti dello spettacolo, i riti, le conoscenze legate al rapporto uomo-natura, il saper fare artigiano. Tutto ciò che concerne l’espressione del nostro essere italiani,

un contesto di grande interesse e di grande fascino che ha bisogno di concreta e significativa attenzione da parte del Governo centrale e periferico, per una serie di ragioni: il valore identitario che tutto questo rappresenta, nel rispetto della diversità culturale di ognuno; il valore inclusivo di questo patrimonio che non è altro che frutto di relazione tra comunità, gruppi ed individui, che è l’elemento che garantisce l’esistenza del patrimonio stesso; la possibilità di farne strumento sostenibile per i territori, anche per quelli più lontani e periferici rispetto ai circuiti del turismo legati ancora solo alle città d’arte. C’è un’altra Italia straordinariamente vivace che vuole esprimersi, che vuole essere conosciuta e riconosciuta e vuole essere amata”.

Tra gli argomenti affrontati, le prospettive di ICOMOS rispetto alla materia, la questione della governance e la valenza di una riflessione sul Codice dei Beni Culturali: “Con ICOMOS, che fino ad oggi si è occupato solo dei siti materiali, stiamo lavorando a definire una piattaforma di attenzione anche al patrimonio culturale immateriale, soprattutto rispetto agli ambiti di attuazione della Convenzione UNESCO 2003 per la Salvaguardia del PCI sulla base di un ragionamento circolare e inclusivo di tutti i soggetti interessati e coinvolti. L’Italia ratifica nel 2007 questa convenzione ma il lavoro da fare è ancora tanto. E una riflessione sul famoso articolo 7bis del Codice che considera l’immateriale solo nelle sue testimonianze materiali, va fatta. Molto calzante l’esempio che ha voluto fare il Ministro, parlando della possibilità di poter ricreare una testimonianza materiale dell’immateriale (i Gigli di Nola che vengono distrutti ogni anno) e dell’impossibilità di creare uno spirito di comunità che scompare. Che poi è ciò che mantiene vivi questi patrimoni, la mancanza della quale, per esempio, mette a repentaglio anche il mantenimento dei riconoscimenti UNESCO”.  

Una materia quanto mai delicata e complessa, sulla quale si sono raggiunti obiettivi importanti, a livello nazionale ed internazionale  ed altri ne sono stati individuati nel corso dell’incontro : “Certamente l’emendamento alla legge 77/2006, che ha consentito l’estensione dei fondi per la gestione/salvaguardia anche al patrimonio immateriale, ispirato da Rete delle Macchine e la mostra internazionale a cura del Mibac, attualmente in America Latina che per la prima volta porta questo patrimonio all’estero con un’operazione molto innovativa, che lo coniuga all’arte contemporanea di giovani artisti italiani. Ma, in prospettiva, l’organizzazione degli Stati Generali del Patrimonio culturale immateriale italiano e un tavolo di lavoro permanente, che strutturi al meglio questo delicato e “volatile” aspetto della nostra storia e della nostra cultura”.

Nel corso dell’incontro si è fatto un focus sul progetto di valorizzazione che si sta seguendo sul tema del Teatro della Passione, che ha avuto a Matera una grande espressione di condivisione tra le 40 città e sodalizi italiani che, insieme a numerose associazioni europee, hanno dato vita alla “Passione” nei Sassi di Pasolini, chiudendo sulla prospettiva della Città di Caltanissetta e della sua Settimana Santa, visitata dal Ministro nello scorso ottobre.