Palmi, Circolo Armino: C’è un urbanista a Catanzaro
Il “corposo e interessante dossier” della Regione – anticipato in un recente comunicato stampa dal sindaco Giovanni Barone – è in realtà una lettera di cinque pagine nella quale gli uffici regionali espongono l’esito dell’esame di congruità del Piano Strutturale di Palmi con il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (QTRP), secondo quanto disposto dalla legge regionale 19/02. Entro trenta giorni, che decorrono dallo scorso 26 gennaio, Palmi dovrà ristabilire gli elementi di coerenza, oggi mancanti ma necessari, per soddisfare i requisiti di conformità al QTRP; il Consiglio Comunale, su idonea proposta della Giunta Comunale, dovrà a questo punto ri-adottare il Piano. Facile a dirsi, ma a Palmi, come noto, manca persino la Giunta!
Il documento del Dipartimento Urbanistica della Regione, che riproduciamo integralmente sul nostro sito www.circoloarmino.com, è un elenco fitto di osservazioni di carattere generale e specifiche sul quadro conoscitivo e sul regolamento edilizio urbano. In mora sono state messe anzitutto le procedure adottate dall’ente comunale. Si evidenzia la mancanza: del verbale della conferenza conclusiva di pianificazione e dei relativi pareri obbligatori acquisiti; del fascicolo sulle attività di partecipazione e concertazione; del parere del Dipartimento regionale “Politiche dell’Ambiente”; e persino della deliberazione di Giunta!
Sotto il profilo della congruità con le norme regionali si osserva che il Quadro Conoscitivo non è stato redatto secondo gli standard fissati dalla legge urbanistica. Gli Ambiti Territoriali Omogenei (ATO) ripropongono la “vetusta concezione di zonizzazione dei piani” e la delimitazione del centro urbano non è coerente né uniforme su tutto il territorio comunale, con la conseguenza che, secondo i tecnici regionali, alcune aree assumono un carattere edificatorio illegittimo. Le porzioni di territorio indicate come urbanizzate sono eccessive e includono numerosissimi edifici oggetto di istanze di condono non definite; mentre quelle indicate da urbanizzare, oltre ad interessare aree di particolare valenza paesaggistica, sono delimitate in modo disomogeneo e discontinuo (chi sa perché?). Si rileva l’assenza di strategie per la riqualificazione e la rigenerazione delle numerose aree urbane degradate e interessate dal fenomeno dell’abusivismo. Non è stata, inoltre, rispettata la prescrizione di inedificabilità assoluta per una fascia non inferiore a 300 metri dal confine del demanio marittimo. L’estensione del lotto minimo di intervento negli ambiti sottoposto a strumenti attuativi deve essere adeguata ai 30 mila metri quadrati previsti dalla legge, la dotazione minima degli standard urbanistici a 26 metri quadrati per abitante.
Gli urbanisti di Catanzaro non hanno fatto sconti. Si tratta di osservazioni del tutto prevedibili e che, infatti, senza vanto avevamo anticipato. È oramai purtroppo chiaro che i centocinquantamila euro spesi per la redazione del Piano, distribuiti peraltro con discutibile procedura a professionisti locali, vanno a sommarsi ai numerosi altri casi di sperpero di denaro pubblico di cui è responsabile questa Amministrazione. Ce n’è abbastanza perché le minoranze in Consiglio presentino una mozione di sfiducia. In ogni caso la lettera, a firma dell’architetto Cama e dell’ingegner Tarsia, certifica la prematura scomparsa del PSC palmese e con esso, è un augurio che facciamo alla Città, la fine di questa pessima Amministrazione.