Nota Uil pensionati anticorpi monoclonali
Investire sugli anticorpi monoclonali come terapia salvavita e per sgravare le terapie intensive calabresi dal peso dei ricoveri legati agli effetti della pandemia da Coronavirus, ma farlo senza disimpegnare risorse per procacciarsi le dosi di vaccino necessarie a immunizzare il numero massimo di cittadini italiani e, soprattutto, calabresi. E’ questa l’idea lanciata da Alfonso Cirasa, Segretario generale Uilp Calabria durante la segreteria regionale che si è riunita, nei giorni scorsi, alla presenza di: Francesco De Biase, Segretario generale Uilp di Cosenza; Ilenia Luca, Segretario generale Uilp di Crotone; Giuseppe Talia, Segretario generale Uilp di Reggio Calabria e Franco Folino Gallo, coordinatore Uilp di Catanzaro e Vibo Valentia.
Per Alfonso Cirasa l’Italia, ma soprattutto la Calabria – regione alle prese con evidenti ritardi strutturali nel sistema sanitario – dovrebbe seguire l’esempio della Germania “una nazione che sta spingendo ed investendo su cure integrative al vaccino, acquistando ben 200 mila dosi di anticorpi monoclonali che, in attesa di un riscontro ufficiale da parte dell’Ema, sembrano essere una reale e rapida terapia salva vita”.
Una terapia decisiva che, anche sotto l’aspetto economico, non avrebbe un impatto devastante per le casse dello Stato. “Chiaramente – ha detto Alfonso Cirasa – tutto ha un costo che si aggira, per singola dose, a meno del costo giornaliero di una terapia intensiva – che inciderebbe sulle tasche del contribuente per circa 1000 dollari a trattamento – con una sola determinante differenza, dimostrata dal caso di positività dell’ex presidente americano Donald Trump: dimesso e guarito in solo due giorni”.
Questa strategia per Alfonso Cirasa potrebbe dare una svolta nel contrasto al virus in Calabria “una regione che, purtroppo, si sta segnalando per un ritmo troppo lento nel processo di vaccinazione, che la condanna agli ultimi posti delle statistiche di tempistica nella somministrazione dei vaccini anti Covid-19”. Con il ritmo attuale, infatti, per il Segretario generale della Uilp la popolazione calabrese sarà vaccinata “non prima dei prossimi anni”.
Ritardi che per il Segretario generale della Uilp sono inammissibili e rischiano di essere “complici di una silenziosa mattanza a carico degli anziani, la fascia più debole ed esposta che, sino ad oggi, ha fatto contare il 95,4% dei decessi”.
Per Alfonso Cirasa, poi, è il momento di fare presto, di bruciare le tappe, di seguire l’esempio del neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che si è impegnato a far distribuire entro la stagione estiva 300 milioni di dosi vaccinali con l’aggiunta appunto di monoclonali che l’Fda – l’equivalente americano dell’Ema europeo, ha stabilito essere una terapia salvavita.
“Bisogna fare presto – ha commentato Cirasa – non sono più accettabili colpevoli ritardi, in particolare in Calabria, una terra priva di uno strumento coerente al bisogno, di una sanità in grado di sanare. In Calabria, dove il prezzo più alto è stato pagato dagli over 60, dove è emerso con tutta la sua crudeltà la fragilità del sistema delle 358 Residenze sanitarie per anziani, finite sotto stress per le criticità complessive denunciate e mai risolte e spesso protagoniste di focolai, non si può più attendere inermi. Bisogna considerare gli anticorpi monoclonali come salvavita e bruciare le tappe, avviare questa terapia in estate, aspettando l’eventuale avvio di una campagna vaccinale nazionale con anticorpi monoclonali, sarebbe un errore imperdonabile, vorrebbe dire aumentare esponenzialmente il numero, già alto, di sacrifici umani che la nostra regione, così come il nostro Paese, stanno registrando ogni mese. Bisogna alzare la testa per disegnare un’Italia diversa per il domani, per progettare il Paese nel quale dovranno crescere i nostri figli, i nostri nipoti. In Calabria è il momento di investire sulla sanità, sulle infrastrutture, per garantire i Lea ed i servizi alle persone. E’ ora che la Calabria rialzi la testa”.
“La situazione sanitaria calabrese – ha concluso Alfonso Cirasa – è un dramma lungo decenni. In questa delicata fase pandemica, quindi, bisogna puntare su terapie rapide salva vita, come possono essere gli anticorpi monoclonali: una terapia allo studio in Italia, la cui sperimentazione dovrebbe essere avviata ad aprile e la cui distribuzione potrebbe essere avviata in estate. Questa strategia unirebbe alla rapidità di contrasto al virus un’azione strategica in grado di sopperire alle carenze strutturali del sistema sanitario ed in particolare alla cronica carenza di posti letto, soprattuto in terapia intensiva, che la nostra terra paga in termini di storicizzato mancato sviluppo”.