Nota Klaus Davi su lettera Nicolazzo

Non spetta al sindacato chiedere se un iscritto è mafioso. L’essere mafioso

è un dato sensibile. Lo sostiene Bruno Nicolazzo, vice segretario regionale del

sindacato Fast SLM nonché responsabile degli appalti della stessa sigla

sindacale, in una lettera al massmediologo Klaus Davi.

Nella missiva inviata via mail per contestare una inchiesta dedicata alle

infiltrazioni criminali in società di pulizie che percepiscono appalti da

Trenitalia, l’esponente della sigla scrive testuale:

“Tuttavia con riferimento alla clausola (prevista dal codice degli appalti

ndr) relativa ai ‘comportamenti mafiosi’

non si riesce a comprendere cosa il sindacato o il sottoscritto

possa fare. Il sindacato non richiede ai propri iscritti tali dati personali,

che attengono alla sfera individuale della persona, essendo, si ribadisce, dati sensibili”.

“La giudico una dichiarazione vomitevole oltreché offensiva per le vittime

di mafia”, dichiara Klaus Davi. “Una mentalità che cristallizza la visione

della persona in questione, il livello di omertà che pervade le sigle

sindacali che legittimano il comportamento mafioso relegandolo alla sfera

privata, senza alcun rispetto per le vittime di estorsione, narcotraffico,

omicidi. Mi auguro che il Nicolazzo venga immediatamente espulso dal

sindacato FAST SLM”.