‘Ndrangheta: Nino cento a Tgcom24, scorta tolta perche’ ho parlato male di Don Ciotti
Tra le motivazioni per cui la scorta è stata tolta all’imprenditore calabrese Nino Cento, testimone di giustizia che con le sue registrazioni ha fatto arrestare numerosi boss, “c’è il fatto che su Facebook ho parlato male di don Ciotti e Tiberio Bentivoglio”. Lo ha rivelato lo stesso Cento ospite della rubrica “Fatti e Misfatti – I Fuorilegge” in onda su TgCom24 canale 51 DTT e 509 della piattaforma Sky e condotta da Paolo Liguori (online al link http://fattiemisfatti.tgcom24.it/2018/12/18/fuorilegge-puntata-del-18-dicembre/). Secondo Cento: “Alle 20.30 del 4 dicembre mi hanno notificato il verbale in cui c’era scritto che mi era stata revocata la scorta. Il giorno dopo sono stato invitato in questura e il signor questore mi ha spiegato le motivazioni: tra le altre, il fatto che io avrei scritto frasi su Facebook contro don Ciotti, l’ho chiamato sbirro, e me la sono presa con Bentivoglio, un altro che non è neanche un testimone di giustizia, ha la scorta blindata e i militari davanti al suo negozio. È ridicola la cosa… Mi sento un uomo morto. Ho registrato il boss, l’ho fatto arrestare, ho fatto nomi e cognomi nel processo Alchemia. Il clan è ancora forte e io giro da solo”, ha detto Cento a Liguori. Sul fatto che avrebbe tenuto comportamenti non adeguati a chi è sotto scorta, Cento ha risposto: “Solo una volta non ho avvertito gli uomini della scorta, quando sono andato a piedi a Bruxelles. Ma l’ho fatto per protesta”.
Luca Bragadini
Klaus Davi & Co.